Il 15 settembre durante un’intervista televisiva, il premier italiano Matteo Renzi ha confermato le sue intenzioni sui tagli fiscali, ma ha inoltre affermato che il suo governo intende imporre una “tassa digitale” dal 2017.
All’inizio del 2014, l’Italia ha dovuto annullare un precedente tentativo di introdurre la cosiddetta “Google Tax“, che avrebbe richiesto a coloro che acquistano servizi di pubblicità internet a farlo solo da persone registrate ai fini IVA in Italia. La Commissione Europea quindi avvertiva l’Italia che la disposizione avrebbe violato le leggi dell’Unione Europea (UE).
Tuttavia, Renzi ha ora dichiarato che il suo governo avrebbe intrapreso in modo definitivo l’introduzione di una tassa digitale a partire dall’inizio del 2017.
“I grandi giocatori del settore digitale globale“, ha detto, “hanno un modello di business per cui non pagano le tasse nei luoghi in cui operano.” L’Italia dovrebbe pertanto “strutturare una tassa digitale per rendere deducibile l’imposta dovuta nel luogo in cui sono espletate le transazioni e gli accordi. Non ci aspettiamo di raccogliere enormi quantità di entrate da tale imposta, ma è una questione di giustizia“.
Durante l’intervista, Renzi ha anche riconfermato che il bilancio 2016 non introdurrà alcun aumento delle tasse, ed ha difeso la prevista abolizione delle imposte locali sulla prima casa.
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