Secondo quanto evidenziato dalla società di servizi professionali PwC, l’intenzione dell’Australia di estendere il campo di applicazione dell’imposta su beni e servizi (GST – goods and services tax) a tutte le transazioni on-line estere inferiori ai 1,000 dollari australiani (727 dollari Usa) avra’ delle implicazioni per la Nuova Zelanda.
La scorsa settimana, i leader dello Stato federale australiano e dei governi territoriali hanno in linea di principio concordato la riforma e hanno deferito la proposta ai rispettivi Tesorieri.
Eugen Trombitas, Partner di PwC e specialista della Goods and services Tax (GST) ha cosi’ commentato: “L’Australia ha capito che con la decisione di tassare tutti i servizi digitali non può abbassare la soglia per le merci importate da 1,000 a 500 dollari australiani, come inizialmente previsto. L’idea e’ che tutti i beni e i servizi importati devono essere tassati allo stesso modo”.
PwC ha detto che probabilmente la Nuova Zelanda seguira’ l’esempio. Secondo Trombitas, “le proposte australiane incentiveranno la Nuova Zelanda a rivedere la propria posizione sui beni importati.”
Trombitas ha suggerito che, per quanto riguarda le merci, il governo neozelandese potrebbe prendere in considerazione di spostare la soglia al prezzo minimo delle merci. Attualmente, molte merci importate sotto i NZD400 (USD262) non vengono tassate. Il governo potrebbe abbassare la soglia da NZD400 a NZD100.
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