L’OCSE è in disaccordo sulle future politiche fiscali italiane

Mentre i politici italiani continuano a dibattere sulla possibilità di abolire l’imposta sulla prima casa nell’ambito dell’imposta municipale unica (IMU), l’ultima relazione sull’Italia elaborata dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha commentato che, se l’obiettivo delle politiche adottate dal governo è la crescita economica e l’aumento dei tassi d’occupazione,  dovrebbero invece essere prioritari tagli alle tasse sul lavoro.

Di fatto, per ottenere un calo a lungo termine del livello di deficit italiano, l’OCSE supporta il persistere di un regime di austerity fiscale al fine di raggiungere gli obiettivi fiscali fissati per quest’anno e per il 2014, anche se questo significa che non ci sarà una crescita dell’economia fino al prossimo anno (quando sarà solo dell’ 0.5%). In ogni caso, l’OCSE ha dichiarato che sarà impossibile applicare tagli alle imposte nel breve termine, e che sarà possibile ridurre l’alto livello d’imposte applicato nel paese solamente in modo graduale.

Tuttavia, nel corso del discorso di presentazione della relazione, Angel Gurria, Segretario Generale dell’OCSE, ha indicato come la continua consolidazione fiscale attuata dall’Italia potrebbe “diventare più a favore della crescita e dell’equità fiscale.” Per esempio, potrebbe essere possibile ridurre le spese fiscali in modo da aumentare la base imponibile e ridurre le aliquote d’imposta, senza che ci siano ripercussioni sulle entrate fiscali.

“Ridurre la tassazione sul lavoro è la cosa da fare se importano veramente la crescita e il mercato del lavoro”, ha dichiarato Gurria. “Gli altri tagli possono aspettare.” Il Segretario Generale ha aggiunto che “la tendenza globale è quella di ridurre le imposte sulle imprese e sul lavoro, bilanciando questi tagli con aumenti nelle tasse sui consumi, nelle imposte sugli immobili e sulle emissioni di gas serra”.

I politici italiani sembrano però essere concentrati sull’eliminazione dell’IMU sulla prima casa, e anche sul rimborso dell’imposta versata nel 2012 (l’anno in cui è stata introdotta), come promesso durante la recente campagna elettorale dall’ ex-Premier Silvio Berlusconi, il cui partito (PdL) fa parte della coalizione di governo guidata dal nuovo Premier Enrico Letta.

Mentre Letta sostiene che una decisione sull’IMU potrebbe essere presa solamente dall’intera coalizione nel corso delle prossime settimane, il partito di Berlusconi continua ad insistere che le misure erano state concordate durante il processo di formazione della coalizione; il centro-sinistra sostiene invece che il Governo non abbia le facoltà in materia fiscale per apportare questi cambiamenti.

Mentre il versamento di medio termine dell’IMU (previsto per Giugno) è stato posticipato in attesa di una decisione da parte del Governo, è stato calcolato che l’eliminazione dell’imposta di quest’anno e la restituzione di quella dello scorso anno costerebbero al paese all’incirca 10 miliardi di euro.

Come dichiarato, in maniera semplice, da un portavoce del PD, a proposito della possibile cancellazione e alla restituzione dell’IMU, “se avessimo inaspettatamente trovato 10-12 miliardi di euro da spendere, allora andrebbe bene, ma questo non sarà mai il caso.” D’altro canto, Berlusconi continua a sostenere che entrambe le misure concernenti l’IMU sono una condizione fondamentale per il supporto al Governo da parte del PdL.

Print Friendly, PDF & Email

Be the first to comment

Leave a Reply