Il nuovo Governo in Italia ha dichiarato che è “altamente probabile” che possa emanare una normativa, elaborata dal precedente Governo Letta, per consentire la regolarizzazione del capitale sommerso detenuto all’estero dai residenti italiani.
Se approvato, il decreto dovrebbe fornire una struttura giuridica tale da permettere all’Italia di completare gli accordi bilaterali con altri paesi e far parte degli standard internazionali emergenti per lo scambio di informazioni fiscali, ma anche inasprire le sanzioni per coloro che non cooperano.
Tuttavia, il Governo precedente ha anche proposto l’introduzione di una iniziativa, che dovrebbe includere riduzioni delle sanzioni per coloro che fanno un’autodenuncia relativa ai patrimoni non dichiarati, e volontariamente collaborano con le autorità fiscali italiane.
Secondo il decreto, l’autodenuncia dovrebbe essere fatta entro il 30 settembre 2015, ed escluderebbe le persone soggette ad una verifica o controllo fiscale. Dovrebbe contenere i dettagli di tutti gli investimenti o attività finanziarie detenute all’estero (direttamente o indirettamente) fino al 31 dicembre 2013.
E’ stato riferito che la procedura per l’attivazione dell’autodenuncia probabilmente verrà introdotta prima della pausa estiva nel mese di agosto, e che la sanzione applicata a coloro che la adottano verrà fissata al 10% o al 12,5%. Un tasso del 12,5% sarebbe equivalente alla ritenuta alla fonte applicata sui titoli di Stato.
Mentre la percentuale dell’eventuale sanzione che verrà introdotta non è ancora stata confermata, il Sottosegretario al Ministero dell’Economia, Enrico Zanetti, ha riferito che sarebbe certamente “di più” rispetto alla sanzione del 5% applicata col condono fiscale predisposto dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel 2009/10. Zanetti ha sottolineato che non sarebbe possibile vedere il nuovo procedimento volontario come un’altra amnistia, ma che l’adesione ad esso “dovrebbe essere ancora conveniente.”
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