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Portogallo: proposta una tassa sul gioco on-line

Il parlamento portoghese discuterà un progetto di legge sulla regolamentazione e la tassazione del settore del gioco online prima del 10 luglio 2014.

Il disegno di legge mira a liberalizzare il gioco d’azzardo online e a consentire agli operatori stranieri di richiedere le licenze. Il regime dovrebbe prevedere un’aliquota fiscale tra il 15 ed il 20%.

Il sistema normativo portoghese per il gioco online andra’ probabilmente ad allinearsi con le normative in atto in Paesi vicini quali Spagna, Francia e Italia.

Le entrate generate dalla liberalizzazione del gioco d’azzardo dovrebbero di fatto sostenere il Governo portoghese nel realizzare i suoi obiettivi di bilancio. All’inizio di questo mese, la Corte costituzionale ha vietato alcune delle misure di austerità previste nel bilancio 2014, lasciando il Governo con una lacuna fiscale di 700 milioni di Euro (pari a 951.95 milioni di dollari USA).

Il Ministero delle Finanze ha preso in considerazione delle proposte per la regolamentazione del gioco online per tre anni, ma l’adozione di una normativa completa è stata piuttosto lenta a causa dell’opposizione politica al piano legislativo. Una riforma delle leggi sul gioco online in Portogallo era uno dei punti chiave del programma di aiuti di 78 miliardi di Euro previsto dal Paese, uscito all’inizio di questo mese.

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Le imprese belghe attendono le riduzioni promesse sugli adempimenti burocratici

La Federazione delle imprese belghe (FEB), ha invitato il prossimo governo a mantenere l’impegno del governo uscente di ridurre gli oneri sulle imprese di EUR 1.9bn. Il gruppo sostiene che i costi amministrativi sono diminuiti solo di EUR 380m, e il leggero miglioramento non è stato equamente distribuito tra le imprese.

Nella sua recente indagine su 650 imprese, la FEB ha rilevato che il 90 % dei costi amministrativi sono aumentati in modo significativo, mentre più della metà ha stimato che le spese sono aumentate tra il 20 e il 50 % negli ultimi 15 anni.

La Federazione ha detto che un nuovo governo dovrebbe guardare a semplificare gli obblighi di comunicazione, di migliorare lo stato di avanzamento delle revisioni, e di fornire norme fiscali efficaci, coerenti e prevedibili. Ha detto che il governo dovrebbe vietare l’applicazione retroattiva delle misure fiscali al fine di garantire certezza per le imprese locali e gli investitori.

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Nonostante i nuovi dazi, il G-20 spinge per un commercio piu’ libero

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO – World Trade Organisation), il Gruppo delle venti Nazioni ha avviato 88 nuove indagini anti-dumping tra il 15 novembre 2013 ed il  15 maggio 2014, anche se di fatto si e’ verificata una netta diminuzione delle misure commerciali restrittive.

La cifra testimonia un aumento rispetto alle 76 inchieste antidumping avviate tra il 15 novembre 2012 e 15 maggio 2013.

L’aumento di inchieste nell’ultimo periodo è dovuto all’incremento di attività anti-dumping in Paesi quali Australia, Brasile, Corea del Sud e Stati Uniti: cosi’ riferisce il report “G-20 Trade Measures” dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Tale aumento ha più che compensato il calo di inchieste di Argentina e India che, nell’ultimo periodo, hanno avviato in totale solamente 13 indagini.

L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha sottolineato che fin dalla prima relazione di monitoraggio distribuita nel settembre 2009, il numero di inchieste antidumping avviate dai membri del G-20 è diminuita fino alla metà del 2011. Le attività antidumping si sono riprese rapidamente nella seconda metà del 2011, raggiungendo un picco nel 2013, con 238 nuove indagini avviate dai membri del G-20. “Non è improbabile” che le indagini avviate raggiungeranno cifre simili entro la fine del 2014: queste le previsioni del report.

Il report ha anche dimostrato che gli Stati membri del G-20 hanno avviato solamente 12 inchieste sui dazi compensativi nel secondo periodo, e cioe’ di meno rispetto alle 17 indagini del primo periodo. Solo cinque Stati membri del G-20 – e cioe’ Australia, Brasile, Canada, Unione Europea e gli Stati Uniti – si sono dimostrati attivi, aumentando sensibilmente il numero di indagini, passando da una nel primo periodo a cinque nel secondo periodo. Il Brasile e il Canada non hanno invece avviato nuove indagini nel secondo periodo, a fronte di un totale di sei indagini nel primo periodo.

In generale, c’è stato un leggero calo nelle nuove restrizioni commerciali attuate dai membri del G-20. Nel periodo compreso tra metà novembre 2013 e metà maggio 2014, sono state messe in atto 112 nuove misure commerciali restrittive dai Paesi membri del G-20. La cifra corrispondente al periodo tra metà maggio e metà novembre 2013 era di 116 nuove misure.

Il rapporto ha anche evidenziato un aumento delle misure di liberalizzazione degli scambi commerciali. Nell’ultimo periodo, e’ stato adottato un numero totale di 93 misure da parte degli Stati membri del G-20, rispetto alle 57 misure adottate nel periodo da metà maggio a metà novembre 2013.

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Il Qatar respinge le esenzioni fiscale per gli investitori stranieri

Il Consiglio Consultivo del Qatar ha respinto la proposta di esonerare i soggetti stranieri e gli investitori istituzionali dal pagamento di tasse sulle plusvalenze e sull’imposta sul reddito da investimenti sul mercato azionario domestico.

La proposta, che è stata approvata dallo Stato Ministri ed il Comitato finanziario e degli affari economici, ha cercato di concedere ai soggetti stranieri ed agli investitori istituzionali azionari esenzioni dalle imposte sulle plusvalenze, sui redditi da dividendi ed interessi da obbligazioni, e buoni del Tesoro ed obbligazioni.

Il Consiglio consultivo ha respinto un progetto di legge sull’esenzione, chiedendo la revisione di tre dei suoi articoli. Il Consiglio ha sostenuto che la concessione di condizioni favorevoli per gli investitori azionari stranieri non beneficerebbe all’economia del Qatar, dal momento che molti investitori stranieri escono dal mercato dopo aver ottenuto il profitto.

Un portavoce del Consiglio ha affermato che gli investitori stranieri nel mercato azionario dovrebbero essere trattati come proprietari stranieri di società in Qatar. “Se tassiamo un’impresa non del Qatar proprietaria di una società o industria del Qatar, perché dovremmo esonerare un investitore azionario dal pagamento delle tasse sui profitti che egli fa attraverso plusvalenze o proventi da dividendi o interessi su strumenti di debito?” ha detto.

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Germania: unità di esperti del settore per contrastare la criminalità fiscale

Lo stato federale tedesco del Baden-Württemberg ha istituito un’unità speciale, all’interno del suo dipartimento di verifiche fiscali, per combattere la criminalità fiscale a livello federale.

L’unità avvierà indagini per individuare le strategie di evasione fiscale e scoprire i modelli sistematici di frode, concentrandosi in particolare sul commercio elettronico. Il team scambierà informazioni con un’unità speciale stabilita in altri territori della Germania. L’unità è costituita da un team specializzato nelle investigazioni fiscali, da revisori dei conti e specialisti in tecnologie dell’informazione.

Il Ministro delle finanze del Baden-Württemberg, Nils Schmid, ha detto che l’unità speciale è fondamentale per la squadra investigativa e costituisce un ulteriore tassello nella lotta dello Stato federale all’evasione fiscale, oltre a contribuire negli sforzi per accrescere l’adempimento fiscale. L’evasione fiscale è un problema transfrontaliero e lo scambio di informazioni fiscali a livello nazionale è di vitale importanza.

Il nuovo governo dello stato federale di Baden-Württemberg mira anche a creare altri 1000 posti, di cui 500 di formazione all’interno del reparto di amministrazione fiscale, nella legislatura in corso, per rafforzare ulteriormente il suo arsenale contro l’evasione fiscale.

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Il Regno Unito introduce il sistema svizzero di trasmissione dei dati

L’HM Revenue and Customs (HMRC) riceve da parte della Svizzera delle informazioni sui movimenti di deposito ed ha scritto ai contribuenti interessati chiedendo loro di compilare un certificato di divulgazione in alternativa al pagamento di una ritenuta fiscale una tantum.

L’informazione è stata garantita da un importante accordo sui conti correnti svizzeri non dichiarati e detenuti da soggetti residenti del Regno Unito, accordo entrato in vigore nel gennaio del 2013. I conti individuali, aperti tra il 31 dicembre 2010 e il 31 maggio 2013, sono diventati oggetto di un prelievo unico tra il 21 e il 41%. I titolari di conto corrente che hanno omesso di autorizzare la piena divulgazione dei propri dati all’HMRC, si sono ritrovati soggetti ad una ritenuta d’imposta pari al 48% sui proventi derivanti da attivita’ di investimento, e pari al 27%  sui profitti.

Secondo lo studio contabile UHY Hacker Young di Londra, i contribuenti che decidono di agire in maniera trasparente con le autorità fiscali del Regno Unito, dovranno ora compilare uno dei tre appositi certificati previsti. Il certificato “A” serve a certificare che il contribuente non ha dei debiti fiscali insoluti nel Regno Unito in relazione a qualsiasi conto estero, investimenti, attività, o reddito. Il certificato “B” stabilisce che i contribuenti devono fare una divulgazione completa di tutte le irregolarità nel Regno Unito nell’ambito del Liechtenstein Disclosure Facility (LDF). Infine, il Certificato “C” stabilisce che una divulgazione completa verrà effettuata direttamente all’HMRC.

Secondo lo studio UHY, la maggioranza di coloro che hanno ricevuto la comunicazione ha già avuto a che fare con i propri debiti fiscali nel Regno Unito e che il certificato “A” dovrebbe essere il piu’ appropriato. Tuttavia, ha anche sottolineato che, mentre l’HMRC agisce sulla base delle informazioni relative ai conti svizzeri, questa richiede la conferma in relazione a qualsiasi conto estero. Inoltre, anche se l’HMRC dispone già di informazioni relative ai soggetti interessati, e potrebbe gia’ avviare un’indagine, questa sta di fatto indirizzando i soggetti verso la Liechtenstein Disclosure Facility.

Lo studio UHY ha anche osservato come il Governo svizzero ha onorato un altro aspetto fondamentale dell’accordo ed ha trasmesso all’HMRC una “hit list” delle 10 migliori giurisdizioni a cui i soggetti titolari di conti correnti nel Regno Unito hanno trasferito denaro dai loro conti svizzeri. L’HMRC ha intenzione di utilizzare l’elenco per determinare il centro degli sforzi futuri contro l’evasione fiscale off-shore, e lo studio UHY ha ipotizzato che i Paesi interessati potrebbero presto essere messi sotto pressione per seguire lo stesso percorso della Svizzera.

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Hollande elogia l’Andorra sulle riforme economiche e fiscali

Il presidente francese e co-principe di Andorra, François Hollande, nel corso di una recente visita al Principato, ha elogiato la decisione del governo dell’Andorra di aprire l’economia della nazione e riformare il sistema fiscale sulla scia della crisi finanziaria.

Hollande ha detto che il paese ha scelto l’apertura e si è impegnato ad adottare ampie riforme “con un programma particolarmente ambizioso.” Le decisioni per eliminare le restrizioni sui capitali esteri e la modernizzazione della tassazione permetteranno al paese di integrarsi pienamente con l’Europa ed il resto del mondo, e consentiranno al territorio di equilibrare le sue finanze pubbliche.

Dal 2009, l’Andorra ha introdotto un’imposta IVA generale indiretta (IGI), un’imposta sulle società e sul reddito dei non residenti. Nel frattempo, il Principato intende applicare l’imposta sul reddito delle persone fisiche dal 1° gennaio 2015. La firma degli accordi di scambio di informazioni fiscali e delle convenzioni sulle doppie imposizioni, tra cui un accordo sulla doppia imposizione con la Francia, dimostrano ulteriormente gli sforzi del paese diretti a garantire equità e lotta all’evasione fiscale.

Il Consiglio dei ministri francese ha approvato un disegno di legge che autorizza la ratifica della DTA (doppia imposizione) con l’Andorra l’11 giugno. L’accordo mira ad evitare la doppia imposizione e l’evasione fiscale in materia di imposte sul reddito, a rafforzare la certezza del diritto, rilanciare gli investimenti reciproci, ed aumentare la cooperazione fiscale tra i due stati.

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Kazakistan: esenzioni fiscali per gli investitori

Il Presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, ha approvato una legge che prevede delle agevolazioni fiscali atte a promuovere gli investimenti esteri, tra cui l’esenzione per un periodo di 10 anni dall’imposta sulle società, l’esenzione per 8 anni dalla tassa di proprietà, e un congelamento di 10 anni sulla maggior parte delle altre imposte.

Altre misure includono un rimborso fino al 30%  per investimenti di capitale per gli impianti di produzione una volta che questi vengono messi in funzione, e il diritto di inserire lavoratori stranieri per l’intero periodo di costruzione, e fino ad un anno dopo l’inizio di attivita’ di un impianto.

L’IVA e le aliquote d’accisa continueranno ad essere soggette a modifiche, anche se i massimali tariffari verranno impostati per un periodo di cinque anni o più per certe industrie.

Il pacchetto di incentivi sarà offerto per i nuovi progetti di investimento per un valore di almeno 20 milioni di dollari, in quei settori ritenuti di primaria importanza. Verra’ inoltre istituito un Mediatore per gli investimenti (investment ombudsman) per tutelare i diritti e gli interessi degli investitori.

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Il Guernsey adotta nuove regole sullo scambio di informazioni fiscali

Il Guernsey aderisce allo scambio automatico delle informazioni fiscali secondo la Convenzione multilaterale sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale dal 1 agosto 2014. Nel dicembre del 2013 il parlamento del Guernsey ha approvato all’unanimità la Convenzione.

In un commento, Fiona Le Poidevin, Chief Executive Finance del Guernsey ha dichiarato: “Avere la Convenzione estesa al Guernsey significa poter soddisfare i più elevati standard internazionali di trasparenza fiscale e, così facendo, continuare a guidare la lotta mondiale contro l’evasione fiscale.”

Inoltre, rafforza la nostra posizione come membro rispettabile della comunità internazionale, aiutandoci ad instaurare un dialogo costruttivo con altre giurisdizioni che avrebbero potuto, ingiustamente, guardarci in modo meno favorevole in passato“.

Oltre alla proroga della Convenzione, il Guernsey ha recentemente concluso ulteriori accordi di scambio di informazioni fiscali con l’Austria, il Belgio, il Costa Rica, il Montserrat e le isole Turks e Caicos, che portano il numero totale a 55. Il Guernsey ha inoltre recentemente firmato l’Accordo con Monaco sulla doppia tassazione, che porta il numero totale di accordi globali firmati dal Guernsey ad 11.

Jonathan Le Tocq, primo ministro del Guernsey, ha detto: “Sono consapevole che dobbiamo fare di più, anziché parlare solamente della trasparenza fiscale. La nostra rete di accordi fiscali … dimostra come vogliamo assicurare che quello che facciamo corrisponde a quello che diciamo, e spianare la strada per la proroga della Convenzione.”

Queste sono le regole globali che stiamo adottando e sostenendo. Inoltre, la nostra adesione all’Early Adopters Group per la rapida adozione della proposta di introduzione di una nuova regola globale sullo scambio automatico di informazioni, “Common Reporting Standard”, dimostra che stiamo facendo la nostra parte nel promuovere una regola veramente globale per il futuro“, ha aggiunto.

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