Gonzalo Jalles, Amministratore Delegato di Cayman Finance, l’agenzia promozionale dell’industria di servizi finanziari delle Isole Cayman, ha discusso le implicazioni dell’atto FACTA statunitense sul settore bancario del territorio, esprimendo le proprie perplessità sulla probabilità che questo regime possa essere replicato a livello globale.
In una dichiarazione al quotidiano The Cayman Islands Journal, Jalles ha spiegato che le isole Cayman, mosse dal desiderio di liberarsi di qualunque forma di associazione alla facilitazione dell’evasione fiscale, hanno concordato di stipulare un Accordo Intergovernativo di Modello 1 con gli Stati Uniti. Jalles ha posto l’accento sul fatto che le informazioni rilasciate nell’ambito dell’atto FACTA saranno controllate in modo incrociato con le dichiarazioni dei redditi individuali e ha dichiarato che, in questo modo, “se qualcuno pensa (erroneamente) che un conto bancario presso le isole Cayman possa essere utilizzato per nascondere redditi imponibili, questo sarà reso ora assolutamente impossibile”.
“Non vogliamo che le isole Cayman siano utilizzate per evadere le tasse… nel corso degli anni passati abbiamo dimostrato il costante desiderio di aiutare gli altri paesi a far rispettare le loro leggi in materia fiscale.”
Nel tentativo di smentire idee sbagliate secondo le quali l’industria finanziaria delle Cayman sarebbe costruita attorno “a qualche sorta di struttura di riservatezza o di evasione fiscale, ” Jalles ha dichiarato che il Governo è fiducioso che la maggiore trasparenza del settore bancario non avrà ripercussioni sulla prosperità delle isole come centro finanziario offshore.
Jalles ha anche sottolineato: “La nostra industria finanziaria offre una struttura fiscalmente efficace per le transazioni. Fiscalmente efficace, “ ha continuato, “non è un modo articolato per descrivere l’evasione fiscale; significa invece che ciascun investitore o investimento versa le dovute imposte nel luogo dove l’investitore è residente o dove viene fatto l’investimento, senza che venga applicato un secondo strato di imposte.”
Jalles ha ciò nonostante sollecitato coloro che hanno delle imposte non versate ad essere consapevoli dell’ampio campo di applicazione dell’atto FACTA statunitense e, se necessario, a richiedere una consulenza professionale. Egli ha fatto notare che “grazie all’atto FACTA, le autorità statunitensi riceveranno informazioni relative ad ogni conto bancario in qualche modo collegato agli Stati Uniti”… “Questo include, ma non si limita a, le persone nate negli Stati Uniti (anche se non vi sono mai state residenti), qualunque conto con indirizzo statunitense, qualunque conto il cui firmatario sia statunitense, ecc. Di fatto, se l’intermediario finanziario ha il sospetto che alcuni dettagli presenti sul conto indichino un collegamente agli Stati Uniti, è allora tenuto a richiedere ulteriori informazioni al cliente e, nel caso in cui le informazioni fornite non siano sufficienti, a segnalare il conto in questione.”
Jalles ha detto: “Se tu stesso o un membro della tua famiglia ha qualunque collegamento con gli Stati Uniti, e se non hai presentato le dichiarazioni dei redditi negli Stati Uniti, allora ti trovi di fronte ad un lavoro serio e costoso. Se sei una società che non è un intermediario ma hai un firmatario, un indirizzo, operazioni, un amministratore, un azionista importante, ecc. in qualche modo collegati agli Stati Uniti, l’atto FACTA potrebbe riguardarti ”. Egli ha continuato raccomandando di “richiedere una consulenza professionale”.
Secondo Jalles, il conformarsi all’atto FACTA statunitense era inevitabile per le Isole Cayman. Le altre opzioni a disposizione del territorio erano semplicemente non attuabili; avrebbero infatti implicato che le istituzioni finanziarie delle Isole Cayman sottoscrivessero l’atto FACTA individualmente o che versassero una ritenuta alla fonte del 30% su ogni transazione in dollari americani.
Jalles ritiene tuttavia che l’atto FACTA degli Stati Uniti non sarà implementato da altre nazioni avanzate del mondo. Egli ha sottolineato come gli Stati Uniti si trovassero in una posizione unica, potendo fare leva sull’ampio uso del dollaro americano per obbligare gli altri territori a sottoscrivere l’atto. Jalles ha continuato dicendo che il Regno Unito dovrà affrontare una sfida maggiore per raggiungere l’adozione globale della sua iniziativa, dal momento che la sterlina britannica non ricopre un ruolo equamente importante nelle transazioni internazionali.
“Al momento, il Regno Unito non ha cercato di imporre ad altri paesi forme di segnalazione similari; tuttavia, anche se la sterlina britannica è moneta forte, non è comunque considerata la valuta di riserva mondiale. Se fossero implementate normative FACTA, è quindi probabile che alcuni paesi non le sottoscriverebbero e che molte società sceglierebbero di non utilizzare la sterlina nelle loro transazioni.” “In modo similare, è poco probabile che altri paesi siano in grado di implementare un modello di segnalazione analogo a quello richiesto dall’atto FACTA nel modo in cui è stato implementato dagli Stati Uniti”, ha detto Jalles.
L’Amministratore Delegato di Cayman Finance ha concluso dicendo: “E’ chiaro che il mondo si sta muovendo verso lo scambio automatico d’informazioni; una replicazione dell’atto FACTA in ogni paese del mondo è tuttavia improbabile. Mi aspetto che l’implementazione di iniziative future di segnalazione proattiva sia una conseguenza di negoziazioni multilaterali.”
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