Come è noto Enrico Letta, ex presidente del Consiglio italiano ed oggi presidente dell’Istituto Jacques Delors, ha ricevuto dal Consiglio europeo e dalla Commissione europea l’incarico di preparare un rapporto di alto livello sul futuro del mercato interno dell’UE. Dopo mesi di lavoro, incontri e viaggi in tutta Europa, Letta ha presentato ai leaders europei il proprio rapporto sul futuro del Mercato Unico Europeo intitolato: “Much more than a market. Speed, Security, Solidarity. Empowering the Single Market to deliver a sustainable future and prosperity for all EU Citizens”.
Mi preme sottolineare in questa sede la validità, a mio parere, di una proposta che potrebbe essere decisiva per superare l’impasse in cui si trova l’intera politica industriale europea: “L’idea – chiarisce lo stesso Letta in un suo articolo pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 2 settembre – è quella di costruire un Ventottesimo Stato Virtuale Europeo con un suo diritto commerciale, e magari domani un suo ordinamento fiscale, e di rendere applicabile dovunque in Europa questo sistema”.
Il vantaggio di tale proposta consiste nella possibilità per qualsiasi impresa, appartenente a qualunque Stato del mondo, che operando nei vari Paesi europei optasse per il diritto commerciale del ventottesimo Stato Virtuale, di operare con un solo diritto commerciale ed evitare di passare da un sistema all’altro. In sostanza, avremmo un unico Diritto Commerciale in tutta Europa, senza alcuna imposizione ai singoli Stati i quali non dovrebbero abrogare né modificare il proprio diritto interno. Come giustamente sottolinea Enrico Letta: “Un diritto commerciale unico valido dovunque nell’UE. Si tratterebbe di un enorme passo in avanti verso la semplificazione e l’integrazione. E lo si farebbe attraverso una opzione e non una imposizione”
La relazione Letta ha dimostrato come la frammentazione dei diritti commerciali dei vari Paesi (spesso con ulteriori differenze regionali), resa ancora più complicata dalle differenze degli ordinamenti fiscali, fa sì che molte imprese decidano di investire in altri mercati in cui vigono ordinamenti più semplici e competitivi. Ciò vale soprattutto per le piccole e medie imprese che rappresentano più del 90% dell’indotto economico dell’Unione europea. Specifica Enrico Letta che “secondo i dati di EuroChambres solo il 17% delle Pmi usa il Mercato Unico. E quasi tutte si lamentano degli eccessi di complessità normativa e di differenze da Stato e Stato e da Regione a Regione che rendono impossibile per una piccola impresa districarsi in questa giungla normativa”.
In definitiva, a parere di chi scrive la creazione del ventottesimo stato virtuale finalizzata alla creazione di un diritto commerciale unico potrebbe essere la soluzione agli ostacoli a volte ideologici quando non puramente sovranisti – a questo proposito Letta caldeggia un “sovranismo europeo” – alla piena realizzazione del mercato unico. La circostanza che la proposta sia stata ripresa dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel discorso con cui ha ottenuto la fiducia del Parlamento europeo, lascia ben sperare circa la possibilità che il diritto commerciale unico europeo diventi finalmente una realtà.
Avv. Girolamo Lazoppina
Prof. a contratto di Diritto Commerciale
Università degli Studi di Firenze