Lanciata lo scorso ottobre, l’indagine della Commissione europea sugli aiuti di Stato mascherati da esenzioni fiscali ad hoc inserite tra le norme sulle società straniere controllate (CFC) del Regno Unito, in realtà rientra in un progetto più ampio condotto dall’Unione e volto a porre un limite alla prassi diffusa che vede una lista di Stati membri offrire alle multinazionali globali agevolazioni fiscali che, in realtà, violano palesemente le norme sugli aiuti di Stato e sulla competitività interna al mercato.
Secondo la Commissione europea, la normativa britannica sulle CFC determina una esenzione dall’imposta sulle società del Regno Unito per i profitti finanziari che provengono dalle società estere dello stesso gruppo. L’esenzione, di fatto, garantisce un vantaggio selettivo equivalente ad un aiuto di Stato.
Al centro dell’investigazione c’è la “Group Financing Exemption”, una disposizione specifica all’interno del quadro normativo britannico dedicato alle Controlled Foreign Companies. La Commissione Europea ha pubblicato una decisione lo scorso hanno in cui ha suggerito che il ‘regime’ costituisce una violazione delle norme degli aiuti di stato.
Come per le norme CFC adottate da altri Paesi, lo scopo è chiaramente antielusivo, perché mira a impedire a una multinazionale di dirottare redditi in controllate offshore e di sottrarre base imponibile al fisco di Sua maestà. La Group Financing Exemption, introdotta nel 2013, introduce però un’eccezione: se, infatti, la società controllata offshore, fornisce un finanziamento a un’altra società estera del gruppo, gli interessi attivi sul finanziamento non saranno attratti fiscalmente sulla controllante britannica, ma resteranno in capo alla controllata, scontando quindi una minore imposizione. In sostanza, la Commissione vuole appurare se una società multinazionale con sede in Gran Bretagna giovi effettivamente di un vantaggio rispetto agli altri operatori, dal momento che attraverso una controllata può finanziare un’altra società del gruppo senza sottoporre a tassazione la remunerazione del finanziamento.
I tempi per il giudizio definitivo
Il Regno Unito potrebbe dover aspettare un certo numero di anni prima di conoscere quale sarà la decisione finale. Peraltro, la Commissione è già impegnata in un lungo elenco di casi di aiuti di Stato aperti ben prima della questione con Londra sulle CFC. Questi casi di sicuro saranno risolti prima.
Dunque, è altamente probabile che una decisione potrebbe sì arrivare ma dopo che il Regno Unito avrà lasciato l’UE.
In aggiunta, le due procedure (i negoziati per l’uscita del Regno Unito, da cui scaturirà l’importo dell’assegno che la Gran Bretagna dovrà staccare per gli impegni assunti nel periodo della sua appartenenza all’Unione, e quella dell’indagine in materia di aiuti di Stato) sono autonome, ma corrono parallele. Come accaduto per le altre indagini, compresa quella che ha dichiarato irregolare il regime belga sugli utili in eccesso nel 2016, se la Group financing exemption sarà dichiarata incompatibile con le norme UE sugli aiuti di Stato, la Commissione potrà infatti richiedere alla Gran Bretagna di recuperare le somme indebitamente fruite in capo alle società beneficiarie.
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