Secondo un sondaggio, l’età media nella quale un figlio eredita il patrimonio dei genitori è ora di 61 anni.
Nel caso delle persone che non hanno pianificato a dovere il loro pensionamento, e’ triste dirlo ma la morte dei genitori puo’ comportare un sollievo dal punto di vista prettamente economico.
Dall’altro lato, vi è un gran numero di 61enni che sono finanziariamente stabili, con un mutuo gia’ pagato e un piano pensionistico appropriato. Un’eredità ricevuta a questo punto della loro vita, sebbene avrebbe potuto fare tanta differenza se ricevuta in giovane età, non è altro che un’ulteriore spesa in termini di imposte di successione.
Secondo un sondaggio, i giovani di oggi apparterranno probabilmente alla prima generazione della storia che stara’ in via generale peggio economicamente rispetto alla generazione dei genitori: occupazioni poco pagate, prestiti per studio da ripagare e impossibilita’ di acquistare la prima casa.
Un genitore di mezza età potrebbe pertanto decidere di reindirizzare tutta o parte dell’eredita’ ricevuta ai propri figli, redigendo un atto di variazione (o deed of variation) e consentendo pertanto il trasferimento della propria eredita’ ai figli (nipoti del defunto).
Se tale atto viene eseguito entro 2 anni dalla morte del nonno, sarà valutato, ai fini dell’imposta di successione, come se il de cuius avesse lasciato la proprietà direttamente ai nipoti.
Un rapporto pubblicato su “One Family” ha suggerito che, ogni anno il 45% dell’eredità viene lasciato direttamente alle giovani generazioni, e il 55% viene trasferito dai beneficiari originari.
La cifra pari al 45% riflette il numero crescente di nonni che, per testamento, saltano una generazione e lasciano la loro eredità ai nipoti, anziché ai loro figli.
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