Il favorevole sistema di imposizione secondo la “remittance basis” a disposizione di coloro che sono classificati come non-domiciliati ma residenti nel Regno Unito (resident non – domiciled) risale alla fine del XVIII secolo e al desiderio di proteggere i beni all’estero dalle tasse del periodo bellico.
Nel corso del tempo, la correttezza di queste regole è stata presa in esame ed è diventata oggetto di un ampio dibattito, reso ancora piu’ acceso dopo che la moglie del Primo Ministro, figlia di un miliardario, ha deciso di avvalersi dei benefici del regime. Il regime fiscale “non-dom” ha subito modifiche significative nel 2008 e nel 2017, ma e’ richiesto che vengano prese ulteriori misure.
Cosa si intende per “remittance basis”? Si tratta del caso in cui i redditi e/o le plusvalenze estere di un non-dom non sono tassati nel Regno Unito fino a quando li stessi (o i beni che li rappresentano) non vengono portati nel Regno Unito a beneficio del non-dom in questione o di persone a lui strettamente legate (moglie, figli, ecc.). Questo status può essere rivendicato per un massimo di quindici anni di residenza, ma è previsto un onere di 30.000 sterline a partire dall’ottavo anno e di 60.000 sterline a partire dal tredicesimo anno.
Cosa si intende per domicilio? Il domicilio di origine, concetto alquanto complesso, si acquisisce dal padre se i genitori erano sposati alla nascita del figlio. E’ un concetto ben distinto dalla cittadinanza, anche se questa può esservi connessa. È il luogo in cui si risiede in modo permanente o duraturo. Da adulti, è possibile sostituire il domicilio d’origine con un domicilio a scelta, se si risiede fisicamente altrove in modo permanente o a tempo indeterminato.
Sir Keir Starmer e i suoi colleghi dell’opposizione hanno preso di mira il regime fiscale della “res non-dom” e ne hanno dichiarato l’abolizione del sistema nel caso in cui dovessero salire al potere alle prossime elezioni generali, senza però fornire alcun dettaglio su eventuali sistemi sostitutivi del predetto regime.