La nuova Oil and Gas Authority (OGA) del Regno Unito è stata esortata a rivedere urgentemente le condizioni per le imprese del settore energetico che effettuano investimenti nel Mare del Nord, spingendo l’industria a richiedere nuovamente riforme fiscali radicali.
Il Segretario di Stato per l’energia ed il cambio climatico del Regno Unito Edward Davey ha chiesto ad Andy Samuel, amministratore delegato della OGA, di identificare i rischi principali per la produzione di petrolio e gas nella piattaforma continentale del Regno Unito (UKCS – UK Continental Shelf) e per determinare quali misure potrebbero essere prese dal governo e dall’industria per mitigarli. La mossa fa seguito ai recenti cali dei prezzi mondiali del petrolio.
Malcolm Webb, Amministratore Delegato dell’associazione Oil & Gas Uk, ha accolto con favore l’annuncio. Ha aggiunto inoltre che la sua speranza e’ che l’OGA possa essere “un efficace catalizzatore per i futuri miglioramenti.”
Ha poi aggiunto: “Le aliquote fiscali comprese tra il 60% e l’80% non sono piu’ sostenibili; persino nel caso di una riduzione dell’aliquota al 30% i produttori di petrolio e gas andrebbero comunque a pagare l’imposta sulle società ad un’aliquota del 50% più alta rispetto al resto delle industrie britanniche”.
All’inizio di questo mese, Oil & Gas Uk ha avvertito che, con i prezzi del petrolio in continua discesa, le agevolazioni fiscali promesse lo scorso autunno non sono piu’ sufficienti per aiutare l’industria. Webb ha invitato il governo ad attuare uno sgravio fiscale semplificato ed ha raccomandato l’abolizione del contributo supplementare del 30%. Il contributo supplementare è stato ridotto dal 32 al 30 per cento dal 1 gennaio 2015.
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