Una recente ricerca condotta dallo studio legale Boodle Hatfiel, dimostra che le 20 principali aziende di lusso del Regno Unito detenute da compagnie straniere crescono più lentamente rispetto ai marchi di lusso indipendenti del Regno Unito.
Da un confronto emerge che, nello scorso anno, i marchi di lusso inglesi posseduti da stranieri hanno generato ricavi pari a £798 milioni, con un aumento di solo l’1,5% rispetto ai due anni precedenti.
Le aziende di lusso con proprietari indipendenti del Regno Unito hanno, invece, registrato un aumento annuo del fatturato del 5,5%.
Pertanto, secondo tali percentuali gli imprenditori del settore del lusso inglese non devono vendere il loro business ad acquirenti esteri se vogliono continuare a crescere, questo il parere dello studio inglese esperto nel settore.
Jane Ireland, partner di Boodle Hatfield, afferma che molti imprenditori nel settore della moda di lusso vedono la vendita del business a gruppi esteri del lusso o investitori esteri come il modo migliore di crescita del loro business.
C’è tuttavia il rischio che i marchi di lusso inglesi indipendenti, una volta inglobati dai grandi marchi, possano essere “dimenticati” e subire un drastico rallentamento negli affari.
Non sono pochi i marchi inglesi indipendenti che nel tempo sono stati assorbiti dalle multinazionali estere del lusso, tra cui il produttore di camice Thomas Pink e il marchio di moda maschile Dunhill, rispettivamente inglobati da LVMH e Richemont.Allo stesso modo la gioielleria Asprey e il rivenditore di scarpe Hunter appartengono a fondi di private equity statunitensi.Hanno conservato, invece, la propria indipendenza Burberry e Mulberry, che sono stati quotati in borsa rispettivamente nel 2002 e nel 1996.
Continua Jane: “essere sostenuti dal capitale e dalla distribuzione di un’azienda di moda globale ha sicuramente dei vantaggi, ma l’attenzione al prodotto e’ anche fondamentale. Questo può essere fatto rimanendo indipendenti”.
La ricerca in esame ha inoltre evidenziato che l’anno passato i primi 20 marchi di lusso britannici hanno subito una perdita combinata di 106 milioni di sterline. Solo 5 fra le Top 20 hanno realizzato un profitto durante il periodo preso in considerazione.
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