Se un’impresa realizza prodotti che sono essenziali per l’attivitá di un cliente, si potrebbe pensare di poter sempre minacciare di trattenere la merce per assicurarsi che le fatture dovute vengano pagate.
Sul punto, la recente decisione in primo grado in Medina Dairy Ltd v Nampak Plastics Europe Ltd ricorda che questo non é sempre il caso.
Mentre il rifiuto di fornire il prodotto al cliente in queste circostanze potrebbe facilmente tradursi in un inadempimento contrattuale che configura una potenziale responsabilitá per danni, esempi di manifatturieri che sono stati obbligati a continuare la fornitura contro la loro volontá (e, di conseguenza, perdere la possibilitá di minacciare l’interruzione delle forniture in mancanza di pagamento delle fatture) sono piuttosto rari. Ancora piú raro é l’ordine di “specific performance” laddove i prodotti venduti sono unici e di difficile reperimento sul mercato.
Tuttavia, nel caso Medina Dairy il tribunale ha concesso un decreto ingiuntivo per costringere un produttore di bottiglie a continuare la fornitura ad un cliente che produceva latticini, nonostante quest’ultimo non avesse pagato numerose fatture. Il cliente ha convinto il giudice di non avere altre possibili fonti di rifornimento e che i danni per inadempimento non avrebbero potuto adeguatamente compensare le perdite che avrebbe sofferto in caso di sospensione delle forniture.
La ratio dietro a questo caso, per le parti commerciali che stipulano contratti di prestazione di servizi, é piuttosto immediata. Per i produttori, lo scopo di un termine espresso che consenta di sospendere le prestazioni, se non addirittura di risolvere il contratto, laddove le fatture non siano pagate; e/o per un’espressa esclusione di una clausola di esecuzione in forma specifica come rimedio contro ogni inadempimento, o minaccia di inadempimento, contrattuale. L’acquirente vorrá evitare di inserire queste clausole nel contratto.
Be the first to comment