La prospettiva di discutere un accordo nuziale può sembrare scoraggiante per una coppia, se affrontata nel modo giusto può, però, essere un elemento importante per la costruzione di un futuro a due. Il punto di partenza consiste nel delineare i vantaggi per entrambe le parti e sottolineare che è un documento che una coppia può creare congiuntamente, concordando gli elementi centrali.
Il termine “accordo nuziale” si riferisce sia agli accordi prematrimoniali che post-matrimoniali, allo scopo di stabilire la situazione economica che verrebbe a delinearsi in caso di divorzio e/o semplicemente per illustrare la posizione patrimoniale dei due soggetti prima del matrimonio. Numerosi sono i miti che aleggiano attorno al tema in esame. Gli accordi nuziali, sono generalmente, associati a personaggi ricchi e famosi e ciò ha condotto alla convinzione che essi siano ingiusti, privi di valore e non romantici, quando, in realtà, costituiscono un modo ragionevole, equo e trasparente per discutere gli aspetti finanziari di un matrimonio. Uno dei malintesi più comuni riguarda il loro mancato riconoscimento, nel Regno Unito. Benche’ non abbiano alcun fondamento giuridico in Inghilterra e Galles, è probabile che vengano confermati dai tribunali inglesi, se redatti correttamente e soddisfano le garanzie richieste. Nel caso Radmacher v Granatino, la Corte Suprema ha chiarito per la prima volta che un accordo nuziale può essere accolto a meno che una persona non riesca a dimostrare perché non debba esserlo. A partire da questa decisione, la Law Commision (commissione di Legge) ha pubblicato un rapporto nel 2014 in cui raccomandava l’introduzione di “accordi matrimoniali qualificati” che consentirebbero alle coppie di prendere accordi vincolanti in caso di divorzio. Sebbene le raccomandazioni della commissione non siano ancora state emanate, le coppie sono vincolate ai termini del loro accordo se:
- i termini sono equi (considerati contro le circostanze al momento del divorzio);
- è stato inserito senza costrizioni e firmato almeno 28 giorni prima del matrimonio;
- entrambe le parti abbiano compreso i termini e abbiano ricevuto una consulenza legale indipendente.
Qualora una coppia si sia trasferita nel Regno Unito, dopo aver sottoscritto un accordo nuziale in un altro Paese, può chiederne il riconoscimento o, in caso contrario, procedere alla stipulazione di un nuovo atto che rispetti i medesimi principi. In quest’ultimo caso è, anche, possibile procedere alla sottoscrizione di un accordo post-nuziale. Anche se meno diffusi degli accordi pre-matrimoniali, quelli post-matrimoniali hanno la medesima valenza e possono intervenire allorquando le parti non abbiano avuto modo di preparare un accordo prematrimoniale, quando sia intervenuto un notevole cambiamento nell’accordo precedente ( si pensi ad una modifica del quadro finanziario dovuta al sopravvenire di una malattia) o nel caso di una donazione che si desidera proteggere, in caso di divorzio, o lasciare ai propri figli. Nella pratica, il processo di stipula dell’accordo è meno difficile di come appare. Alcune persone scelgono di consultare un avvocato prima di parlarne con il proprio partner, altre, invece, preferiscono affrontare l’argomento insieme per valutare le reazioni. Diversi sono i vantaggi mostrati ai clienti che chiedono delle informazioni: un certo grado di certezza per le parti che possono sentirsi al sicuro, la probabilità di un contenzioso ridotto in caso di divorzio e l’utilità di isolare la ricchezza di famiglia per le generazioni future. Accolta l’idea dell’accordo, si procede alla discussione dello stesso. A questo punto è importante che entrambe le parti abbiano una consulenza legale indipendente e che siano coinvolti gli avvocati per l’accettazione del titolo. In una riunione iniziale, gli avvocati illustreranno ad entrambe le parti:
-le leggi sugli accordi nuziali;
-il processo dei negoziati;
-come l’accordo può essere strutturato in modo che contenga i termini che meglio si adattano alle esigenze della coppia.
In genere, viene redatto un accordo nuziale in modo tale che alcune attivita’ siano escluse dalla divisione che si verifica in caso di divorzio, definita comunemente come “proprieta’ separata”. I beni coniugali ( cioe’ quelli posseduti o acquisiti congiuntamente) saranno trattati in modo diverso e saranno aperti alla condivisione. Un altro metodo previsto e‘ quello dell’ “approccio tariffario” che consiste nel dare disposizioni finanziarie specifiche, utilizzando un sistema in cui uno dei coniugi riceve, in caso di divorzio, una somma forfettaria calcolata in base alla durata del matrimonio. Qualunque sia l’approccio, l’accordo dovrebbe contenere anche disposizioni sul modo in cui le proprieta’ congiunte devono essere trattate e su come gestire le finanze in caso di divorzio. E’ bene sottolineare l’esigenza di flessibilità dell’accordo, le parti, infatti, dovrebbero tener conto di eventuali cambiamenti significativi della vita, ecco perche’, in alcuni casi sono introdotte clausole che richiedono la revisione del contratto stesso. Concordati i termini, si procede alla sottoscrizione. Le parti possono scegliere di firmare il documento a distanza o presso l’ufficio di un avvocato. Requisito fondamentale e’ che la firma dell’accordo sia testimoniata. E’ , quindi, normale che uno degli avvocati delle parti conservi l’originale e fornisca copie certificate alle parti. Il documento deve, cosi’, essere conservato in un luogo sicuro per fornire maggiore chiarezza sul fututo di una coppia, in caso (si spera improbabie) di divorzio.
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