Gli azionisti sanno che non è sempre facile collaborare tra loro, e spesso sorgono delle controversie. Di conseguenza, e’ spesso necessario definire legalmente le modalita’ di risoluzione di dette controversie.
Il governo ha riconosciuto la necessità di migliorare la gestione di questo aspetto, portando alla promulgazione della legge sull’adeguamento della procedura di risoluzione delle controversie e sulla chiarificazione dei requisiti di ammissibilità per le procedure di indagine. Questa nuova legge, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, è destinata a rendere il regime di risoluzione delle controversie più pragmatico ed efficace. È essenziale per gli azionisti rimanere aggiornati su queste nuove normative, poiché comporteranno cambiamenti significativi al regime attuale.
Se non si riesce a trovare un accordo con gli altri azionisti, ci sono due modi per procedere. Il Codice Civile (Libro 2, Titolo 8) stabilisce le procedure per risolvere le controversie.
L’esclusione è generalmente l’opzione preferita quando il comportamento di un co-azionista è dannoso. Se un co-azionista causa danni alla società, uno o più azionisti possono richiederne l’esclusione. In caso di successo, l’azionista potrebbe essere costretto a vendere le proprie azioni agli altri azionisti. Se si avvia una procedura di esclusione, è necessario essere capaci di acquisire le azioni.
Se non è possibile acquisire le azioni del co-azionista e il conflitto persiste, si può considerare la normativa di uscita / ritiro prevista. In base a questo schema, se i co-azionisti danneggiano i diritti o interessi di altri, si può chiedere al tribunale di ordinare loro o alla società di acquistare le azioni dell’azionista.
A partire da gennaio 2025, sarà possibile rivolgersi alla Camera delle imprese presso la Corte d’appello di Amsterdam per le controversie tra azionisti, invece di andare al tribunale distrettuale.
Un altro cambiamento significativo riguarda il trasferimento forzato. In passato, un’azionista poteva essere espulso solo se il suo comportamento come azionista era il motivo della richiesta di espulsione. Questo significava che il conflitto doveva aver già causato una situazione di stallo o probemi all’assemblea generale per giustificare una richiesta di espulsione, limitando così l’applicabilità della norma, anche in casi gravi come la concorrenza sleale. La legge è stata modificata per eliminare questa restrizione, e ora può essere applicata in base alla condotta “in qualsiasi veste”.