La Commissione definisce le priorità economiche e sociali dell’UE per il prossimo anno, conferma la necessità di passare a un orientamento di bilancio più positivo per la zona euro e completa la valutazione dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri appartenenti alla zona euro.
Il 16 novembre la Commissione ha espresso le sue posizioni sulle priorità economiche e sociali dell’UE per l’anno prossimo, basandosi sugli orientamenti contenuti nel discorso sullo stato dell’Unione 2016 del Presidente Juncker e sui più recenti dati economici tratti dalle previsioni dell’autunno 2016 della Commissione. Il pacchetto odierno inizia il ciclo di governance economica del 2017, il cosiddetto semestre europeo.
Il presidente Jean-Claude Juncker ha dichiarato: “Il semestre europeo 2017 che inizia oggi sarà decisivo per consentire all’Europa di gestire la svolta in campo economico sociale. Sono convinto che possiamo farcela. È per questo motivo che oggi la Commissione raccomanda un orientamento di bilancio favorevole per sostenere la ripresa economica e la politica monetaria della Banca centrale europea, che non dovrebbe essere lasciata da sola in questo compito. Ogni Stato membro è chiamato a fare la sua parte: quelli che possono permetterselo devono investire di più, mentre quelli che hanno meno margini di bilancio dovrebbero portare avanti le riforme e un risanamento di bilancio favorevole alla crescita”.
L’Europa sta registrando una ripresa fragile, ma relativamente resiliente e favorevole all’occupazione. Il PIL è attualmente più elevato rispetto al periodo pre-crisi. La disoccupazione è in calo e gli investimenti hanno ricominciato a crescere. Non è tuttavia il momento di abbandonarsi all’autocompiacimento. Alcuni dei fattori che finora hanno sostenuto la ripresa stanno venendo meno. L’eredità della crisi e in particolare la sua incidenza sociale, gli livelli elevati di debito pubblico e privato e la percentuale dei prestiti in sofferenza sono ancora considerevoli.
La Commissione invita pertanto gli Stati membri ad intensificare gli sforzi secondo i principi del “triangolo virtuoso” che consiste nel rilanciare gli investimenti, perseguire riforme strutturali e garantire politiche di bilancio responsabili, mettendo l’accento sull’equità sociale e il conseguimento di una crescita più inclusiva. La Commissione ha recentemente presentato le sue priorità di azione a livello di UE nel suo programma di lavoro per il 2017, compreso un rafforzamento del piano di investimenti per l’Europa. Il pacchetto odierno fornisce ulteriori orientamenti per le politiche economiche e sociali degli Stati membri.
Guardando alla zona euro in particolare, la Commissione auspica una politica di bilancio significativamente più positiva per l’intera area monetaria allo scopo di evitare il rischio di “una scarsa crescita e una bassa inflazione” e di sostenere la politica monetaria della Banca centrale europea.
Gli orientamenti politici contenuti nell’analisi annuale della crescita sono accompagnati da una comunicazione sull’orientamento di bilancio della zona euro, da una raccomandazione sulla politica economica della zona euro, e da un’analisi approfondita delle condizioni economiche, sociali e del mercato del lavoro. La Commissione sta inoltre formulando i suoi pareri sui documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per il 2017.
Un orientamento di bilancio positivo per la zona euro
Nella lettera di intenti che accompagna il discorso sullo stato dell’Unione del 2016, il presidente Juncker ha annunciato l’intenzione della Commissione di promuovere “un orientamento di bilancio positivo nella zona euro, a sostegno della politica monetaria della Banca centrale europea”. La discussione sull’orientamento di bilancio adeguato per la zona euro è un aspetto essenziale dell’impegno profuso dalla Commissione nel completare l’Unione economica e monetaria dell’Europa, nel quadro della fase 1 del seguito da dare alla relazione dei cinque presidenti del giugno 2015(“approfondire facendo”).
La politica monetaria e quella di bilancio svolgono un ruolo fondamentale nella stabilizzazione macroeconomica. Nella zona euro, la politica monetaria è stato concepita e progettata come uno strumento unico. Per contro, in assenza di una funzione di bilancio o di stabilizzazione centralizzata, la politica di bilancio della zona euro è il risultato dell’aggregazione di 19 singole politiche di bilancio. Di fatto, sulla base dei dati più recenti e senza tener conto della flessibilità prevista entro le regole, una piena attuazione dei requisiti di bilancio contenuti nelle raccomandazioni specifiche per paese(RSP) adottate dal Consiglio nel luglio 2016 comporterebbe, a livello aggregato, un orientamento di bilancio moderatamente restrittivo per l’intera zona euro nel 2017 e nel 2018. Data la necessità di sostenere la ripresa e la maggiore incertezza che regna attualmente, un orientamento di bilancio del genere non sembra opportuno.
Nella sua comunicazione, la Commissione, rilevando la necessità di un orientamento di bilancio più positivo, sottolinea che in questo momento c’è la possibilità di raggiungere tale obiettivo. Per orientamento di bilancio positivo si intendono sia la funzione di sostegno, ossia espansionistica, che la politica di bilancio dovrebbe assumere in generale, sia la composizione dell’aggiustamento in termini di ripartizione degli sforzi tra i vari paesi e dei tipi di spesa e/o d’imposizione fiscale che ne stanno alla base.
Per arrivare a un orientamento di bilancio di questo tipo la zona euro deve adottare un approccio più collettivo che tenga conto delle differenti situazioni esistenti tra i vari paesi: i) per gli Stati membri che stanno ottenendo risultati superiori rispetto ai loro obiettivi di bilancio, significa usare i margini a loro disposizione per sostenere la domanda interna e investimenti di qualità, compresi quelli transfrontalieri, nel quadro del piano di investimenti per l’Europa; ii) per gli Stati membri che necessitano di ulteriori aggiustamenti di bilancio nel quadro del braccio preventivo del patto, significa assicurarsi di essere sostanzialmente conformi agli obblighi previsti dal patto si stabilità e crescita; iii) per gli Stati membri soggetti al braccio correttivo, significa garantire una correzione tempestiva dei rispettivi deficit in eccesso, anche costituendo riserve di bilancio per fronteggiare circostanze impreviste.
Raccomandazione sulla politica economica della zona euro
In linea con la comunicazione sull’orientamento di bilancio della zona euro, la Commissione raccomanda un’espansione di bilancio fino allo 0,5% del PIL nel 2017 per la zona euro nel suo complesso. Ciò dovrebbe contribuire ad una combinazione equilibrata di politiche, al fine di sostenere le riforme e a rafforzare la ripresa. La raccomandazione sottolinea anche la necessità di proseguire le riforme strutturali e migliorare la qualità delle finanze pubbliche.
A partire dallo scorso anno la Commissione ha presentato questa raccomandazione all’inizio del ciclo annuale, in modo che le dimensioni nazionali e della zona euro possano essere meglio integrate nella pianificazione dei bilanci nazionali e gli Stati membri possano tener conto dei potenziali effetti di ricaduta e delle responsabilità comuni. La raccomandazione fornisce orientamenti per la zona euro nel suo insieme e mira a promuovere politiche che favoriscano la creazione di posti di lavoro, l’equità sociale e la convergenza oltre a promuovere gli investimenti per sostenere la crescita.
Relazione sul meccanismo di allerta
La relazione sul meccanismo di allerta è parte integrante del semestre europeo, che mira a prevenire o a correggere gli squilibri che intralciano il buon funzionamento delle economie degli Stati membri, della zona euro o dell’UE nel suo complesso e a sollecitare risposte politiche adeguate (la cosiddetta procedura per gli squilibri macroeconomici). La relazione sul meccanismo di allerta individua gli Stati membri per i quali la Commissione dovrebbe effettuare ulteriori esami approfonditi per valutare se possono incorrere in eventuali squilibri. Essa si basa sulla lettura in chiave economica di una serie di indicatori concordati.
Per il 2017, tredici paesi saranno oggetto di un esame approfondito, poiché dall’analisi risultante dalla lettura del quadro di valutazione sono emersi degli squilibri. Si tratta degli stessi tredici paesi in cui si riscontravano squilibri nel precedente ciclo di esami approfonditi (Bulgaria, Croazia, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia). La Commissione presenterà le sue conclusioni sugli esami approfonditi nell’ambito delle relazioni annuali per paese all’inizio del 2017.
Quest’anno la relazione sul meccanismo di allerta esamina i progressi compiuti in materia di correzione degli squilibri macroeconomici, in particolare nella zona euro, tenuto conto dell’attuale riduzione del debito interno e di quello estero, del persistere di problemi nel settore bancario, e delle dinamiche dei prezzi delle abitazioni e dell’evoluzione del mercato del lavoro, senza trascurare la situazione sociale.
A livello aggregato, la zona euro continua a presentare l’avanzo delle partite correnti più consistente a livello mondiale. Si è ampliato nel 2015 e dovrebbe aumentare ancora quest’anno. L’avanzo di bilancio della zona euro è sintomatico della debole dinamica della domanda interna degli scorsi anni e degli sforzi volti a ridurre l’indebitamento nei vari settori e Stati membri.
Progetto di relazione comune sull’occupazione
Quest’anno, il progetto di relazione presenta una sintesi dei risultati degli Stati membri in funzione del tasso di disoccupazione, del tasso di disoccupazione giovanile, del numero di persone disoccupate e non inserite in percorsi d’istruzione o formazione, del reddito familiare lordo disponibile, del tasso di persone a rischio di povertà e del livello di disuguaglianza.
La relazione conferma che la ripresa favorisce sempre più l’occupazione, anche grazie alle recenti riforme strutturali attuate da una serie di Stati membri. Dal 2013 a oggi sono stati creati otto milioni di nuovi posti di lavoro, di cui circa 5 milioni dall’inizio del mandato dell’attuale Commissione. Il tasso di disoccupazione dell’UE ha continuato a scendere attestandosi sull’8,5% nel settembre 2016 (10% nella zona euro), raggiungendo il livello più basso dal 2009 (dal 2011 nella zona euro). Allo stesso tempo, il tasso di occupazione per la fascia di età 20-64 è superiore a quello osservato per la prima volta nel 2008 e ha raggiunto il 71,1% (secondo trimestre 2016). Ciò significa che, se la tendenza attuale prosegue, l’obiettivo di un tasso di occupazione pari al 75% per il 2020, fissato dalla strategia Europa 2020, potrebbe essere raggiungibile. Nonostante i primi segnali di convergenza tra gli Stati membri, i risultati in termini occupazionali e sociali continuano a variare notevolmente tra i vari paesi. I livelli di disoccupazione e povertà rimangono troppo elevati in molte regioni d’Europa. Elevati livelli di disuguaglianza riducono la produzione economica e le potenzialità di una crescita sostenibile.
La relazione mette inoltre in risalto l’entità delle riforme realizzate negli Stati membri e sarà adottata congiuntamente con il Consiglio.
Valutazione dei documenti programmatici di bilancio
La Commissione ha inoltre completato la valutazione della conformità dei documenti programmatici di bilancio (DPB) degli Stati membri della zona euro per il 2017 rispetto alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. In molti casi, tuttavia, ritiene che gli aggiustamenti di bilancio programmati siano insufficienti, o rischino di esserlo, rispetto ai requisiti del patto.
In particolare, per quanto riguarda
i quindici paesi soggetti al braccio preventivo del patto di stabilità e di crescita:
– per cinque paesi (Germania, Estonia, Lussemburgo, Slovacchia e Paesi Bassi), i documenti programmatici di bilancio sono risultati conformi agli obblighi del PSC per il 2017;
– per quattro paesi (Irlanda, Lettonia, Malta, Austria), i documenti programmatici di bilancio sono risultati sostanzialmente conformi agli obblighi del PSC per il 2017. Per questi paesi, i documenti programmatici potrebbero in certa misura deviare dal percorso di avvicinamento all’obiettivo di bilancio a medio termine;
– per sei paesi (Belgio, Italia, Cipro, Lituania, Slovenia, Finlandia), i documenti programmatici di bilancio presentano un rischio di non conformità con gli obblighi del PSC per il 2017. I documenti programmatici di questi paesi potrebbero comportare una deviazione significativa dal percorso di avvicinamento al rispettivo obiettivo a medio termine. Tuttavia, la Finlandia ha chiesto il ricorso alla clausola sulle riforme strutturali e sugli investimenti. La Commissione terrà conto dell’incertezza che circonda le stime del divario tra prodotto effettivo e potenziale nel valutare l’ammissibilità della Finlandia a ricorrere alla clausola, il che, a sua volta, potrebbe incidere sulla valutazione della conformità. Nel caso della Lituania, nel DPB basato sull’ipotesi di politiche invariate figurava una richiesta di ricorso alla clausola sulle riforme strutturali. La valutazione completa dell’eventuale ammissibilità della Finlandia e Lituania alla flessibilità sarà effettuata nell’ambito del normale ciclo del semestre europeo nel contesto della valutazione del programma di stabilità per il 2017.
Per quanto riguarda i tre paesi attualmente soggetti al braccio correttivo del patto di stabilità e di crescita (ovvero soggetti alla procedura per i disavanzi eccessivi):
– per la Francia, il documento programmatico di bilancio è ritenuto sostanzialmente conformecon gli obblighi del PSC per il 2017, le previsioni dell’autunno 2016 della Commissione, il disavanzo nominale sarà leggermente inferiore al valore di riferimento del 3% del PIL nel 2017, anche se vi è una significativa riduzione dello sforzo di bilancio rispetto al livello raccomandato e la correzione non risulterà duratura nel 2018 nell’ipotesi di politiche invariate.
– per la Spagna i documenti programmatici di bilancio sono risultati a rischio di non conformitàrispetto agli obblighi del PSC per il 2017. Pur riconoscendo che tali proiezioni si basano sull’ipotesi che le politiche restino invariate, secondo le previsioni della Commissione per il 2017 né l’obiettivo intermedio di disavanzo nominale, né lo sforzo di bilancio raccomandato verranno realizzati;
– nel caso del Portogallo, il documento programmatico di bilancio presenta un rischio di non conformità con gli obblighi del PSC per il 2017, benché il previsto scostamento di bilancio superi il livello considerato significativo di un margine molto ridotto. I rischi appaiono pertanto contenuti, purché siano adottate le necessarie misure di bilancio. Il Portogallo, attualmente sottoposto al braccio correttivo, quest’anno dovrebbe rispettare, come raccomandato, il valore del 3% fissato dal trattato. A partire dal 2017 potrebbe essere soggetto al braccio preventivo del patto qualora riesca a conseguire una correzione tempestiva e duratura del disavanzo eccessivo.
Il Portogallo e la Spagna hanno presentato i propri documenti programmatici di bilancio a metà ottobre, unitamente a relazioni sulle azioni intraprese in risposta alle decisioni d’intimazione del Consiglio, adottate l’8 agosto 2016 a norma dell’articolo 126, paragrafo 9, del trattato. Nel frattempo la Commissione ha valutato tali documenti e avviato un dialogo strutturato con il Parlamento europeo, ed è giunta alla conclusione che le procedure per i disavanzi eccessivi nei confronti di entrambi gli Stati membri dovrebbero essere sospese. Di conseguenza, l’elemento che rendeva necessaria da parte della Commissione la proposta di sospendere alcune parti dei fondi strutturali e di investimento europei non sussiste e non vi sarà alcuna proposta in tal senso.
Prossime tappe
La Commissione invita il Consiglio, in particolare l’Eurogruppo, e il Consiglio europeo a discutere e ad approvare gli orientamenti qui esposti. Attende con interesse ulteriori discussioni con il Parlamento europeo sulle priorità per l’UE e la zona euro.
Nel periodo che precede l’emissione di relazioni per paese all’inizio del 2017, la ricezione dei programmi nazionali e la pubblicazione delle raccomandazioni specifiche per paese nella prossima primavera, la Commissione intende intensificare il dialogo con gli Stati membri per elaborare una visione comune sulle priorità condivise, un’efficace attuazione della riforma e i relativi tempi di realizzazione. Missioni a carattere politico saranno effettuate sotto la guida del vicepresidente competente. Gli Stati membri avranno anche la possibilità di esprimere le loro osservazioni sull’analisi della Commissione in occasione di riunioni bilaterali.
La comunicazione auspica inoltre lo stretto coinvolgimento dei parlamenti nazionali, così come delle parti sociali, nell’elaborazione e attuazione dei programmi nazionali.
-Fonte: Unione Europea-
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