Norvegia: Investimenti esteri e fiscalità internazionale

L’imposta sull’affitto delle risorse per l’industria dell’acquacoltura e l’industria eolica terrestre è entrata in vigore rispettivamente il 1° gennaio 2023 e il 1° gennaio 2024, con un’aliquota aggiuntiva del 25% (ridotta rispetto all’aliquota proposta del 40%). Il nuovo regime fiscale per l’industria dell’acquacoltura e dell’eolico terrestre è stato introdotto bruscamente nel 2022 e ha provocato un calo significativo del prezzo delle azioni delle società quotate interessate. L’introduzione della tassa sull’affitto delle risorse per l’industria dell’acquacoltura e dell’eolico terrestre è in netto contrasto con la tecnica legislativa norvegese che prevede il coinvolgimento delle parti interessate in un periodo di consultazione prima di promulgare modifiche significative alla legge fiscale. Pertanto, il rischio che il governo, composto dal Partito Laburista e dal Partito di Centro, applichi nuove e improvvise modifiche alla legge fiscale è presente. Tuttavia, va notato che il Partito Laburista e il Partito di Centro hanno dichiarato che non ci saranno più grandi cambiamenti nel corso del prossimo anno e, sulla base degli attuali sondaggi, è improbabile che rimangano al potere dopo il 2025.

L’imposta minima globale basata sul modello di regole del secondo pilastro dell’OCSE è stata introdotta in Norvegia il 1° gennaio 2024, garantendo un’aliquota minima del 15% per le imprese multinazionali. Solo un numero esiguo di gruppi e società norvegesi sarà interessato dalle nuove norme a causa della soglia di fatturato annuo di 750 milioni di euro e dell’imposta sul reddito delle società che in Norvegia è pari al 22%. Tuttavia, alcune distribuzioni coperte dalla participation exemption norvegese possono essere incluse nel calcolo dell’aliquota effettiva ai fini di questa imposta. Pertanto, le società norvegesi soggette a questa imposta dovrebbero tenerne conto prima di distribuire dividendi.

L’aumento “temporaneo” del contributo previdenziale a carico del datore di lavoro dal 14,1% al 19,1% per i salari superiori a 750.000 corone non è stato eliminato nel 2023, ma la soglia salariale è stata portata a 850.000 corone. L’opposizione a questa tassa temporanea è forte sia a sinistra che a destra, tranne che per il Partito Laburista e il Partito di Centro.

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