Lotta all’evasione dell’imposta sulle società
La modifica della normativa europea sull’imposta sulle società mira ad aumentare le entrate dei bilanci nazionali e a colmare le lacune utilizzate da alcune imprese per evadere le tasse.
La nuova normativa intende impedire che le differenze esistenti tra le varie legislazioni fiscali vengano sfruttate dalle imprese per non pagare il dovuto.
Approvata nel 1990, la direttiva sulle società madri e figlie puntava ad eliminare il rischio di doppia imposizione per le imprese che operano in diversi paesi dell’UE. Tuttavia, alcune società hanno sfruttato le lacune presenti nel sistema per evitare di pagare le imposte sui pagamenti transfrontalieri.
Stop alla “doppia non-imposizione”
Alcune imprese si avvalgono di apposite forme di prestito ibride per sfruttare a loro vantaggio la normativa vigente. Tali prestiti vengono considerati, a seconda del paese, rimborsi di prestiti fiscalmente deducibili o dividendi esenti.
Ne può derivare una deduzione fiscale in un paese, per la società figlia, e un’esenzione per la società madre in un altro. Concretamente ciò significa che la società madre paga una imposta ridotta o nulla sugli utili realizzati in alcuni paesi dalle società figlie.
La nuova normativa imporrà alle imprese di pagare le imposte dovute sui pagamenti in entrata se altrove questi sono stati dedotti come rimborsi di un prestito. Ciò dovrebbe impedire alle imprese transfrontaliere di programmare i loro trasferimenti interni in modo tale da poter beneficiare delle lacune del sistema.
In questo ambito un intervento a livello europeo è particolarmente appropriato, perché un’azione da parte dei singoli Stati membri rischierebbe di incidere negativamente sul gettito fiscale nazionale. Le imprese non avranno più la possibilità di trasferire la sede o creare una società figlia in un altro paese dell’UE soltanto per sfruttare le differenze esistenti nelle legislazioni nazionali.
Lotta all’evasione ed elusione fiscale
L’evasione dell’imposta sulle società non è soltanto una priorità per l’UE, ma lo è anche a livello internazionale. Il tema è stato discusso recentemente ai vertici del G8 e G20, dove i leader si sono espressi a favore del piano d’azione dell’UE per la lotta alla frode e all’evasione fiscale.
Presentato nel dicembre 2012, il piano prevede una serie completa di misure per aiutare i governi dell’UE a recuperare i miliardi di euro di mancato gettito dovuti alla frode ed evasione fiscale.
Oltre a voler colmare le lacune fiscali, la Commissione sta lavorando ad un pacchetto che include un codice europeo del contribuente, un codice d’identificazione fiscale dell’UE, linee guida per rintracciare i flussi monetari e misure contro i paradisi fiscali.
Prossime tappe
I paesi dell’UE sono chiamati ad attuare la nuova normativa e ad adottare una legge antiabuso a livello europeo, una salvaguardia contro pratiche fiscali abusive, entro il 31 dicembre 2014.
Comunicato stampa – Lotta all’evasione fiscale da parte delle imprese
Lotta alla frode e all’evasione fiscale.
Commissione Europea
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