La Russia, che in precedenza considerava l’introduzione nel 2015 di una nuova imposta sulle vendite regionali, ha escluso una modifica al regime d’imposta sul valore aggiunto, dopo che la nazione stava considerando un aumento IVA del due per cento.
In un’intervista con la Russia-24, il vice primo ministro russo, Igor Shuvalov, ha detto che il governo si propone di mantenere il regime di imposta sul reddito delle persone fisiche ed il regime dell’IVA costante fino al 2018.
Un’imposta sulle vendite al consumo, da somministrare alle regioni russe ad un tasso del tre per cento, è stato escluso da Shuvalov, nonostante sia stato approvato dal presidente russo Vladimir Putin. Preoccupazioni sono state sollevate in merito al prelievo, simile a quello abolito dieci anni fa, che sarebbe stato giudicato incostituzionale, come già aveva stabilito la Corte Suprema nel caso del prelievo precedente.
Nel mese di agosto, il primo ministro russo, Dmitry Medvedev, ha detto che il bilancio del prossimo anno potrebbe dover includere aumenti delle tasse, che descrive come un’ultima soluzione a fronte di sanzioni contro le imprese russe ed il paese stesso.
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