A sette anni dalla sua adesione all’Unione europea, la Croazia è entrata nell’ultima fase di preparazione per l’adozione dell’euro. La Banca centrale europea (BCE) ha recentemente annunciato un elenco di otto banche croate che saranno sotto la sua diretta supervisione a seguito dell’ammissione del paese al meccanismo di cambio (ERM II).
La Croazia è stata ammessa all’ERM II il 10 luglio 2020 di comune accordo tra i ministri delle finanze degli Stati membri dell’Eurozona, il presidente della BCE, i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali di Danimarca e Croazia. Il tasso di cambio della kuna croata è fissato a 7.53450 HRK per 1 € (il tasso di riferimento il giorno dell’ingresso).
Il 1 ° ottobre 2020 la BCE ha assunto la supervisione delle banche croate, direttamente o tramite la Banca nazionale croata (CNB). A seguito della valutazione della BCE, otto banche operanti sul mercato croato sono state ritenute “significative” e saranno, pertanto, soggette alla vigilanza diretta della BCE, con il Comitato di risoluzione unico (SRB) che ricopre il ruolo di autorità di risoluzione delle crisi. Sette banche selezionate sono filiali di importanti gruppi bancari con sedi in Italia, Austria e Russia, mentre una è la controllata del gruppo austriaco Addiko Bank AG, recentemente passato sotto la supervisione della BCE. Le banche selezionate soddisfano i requisiti previsti dalla BCE, che prevedono che vi sia una vigilanza su tutte le banche di gruppi significativi a livello individuale e una vigilanza su almeno tre delle banche principali del paese.
I restanti enti creditizi sul mercato croato continuano ad essere vigilati dall’autorità bancaria nazionale in stretta collaborazione con la BCE, mentre l’SRB sarà l’autorità di risoluzione.
L’ammissione della Croazia all’ERM II è stata preceduta dalla lettera di intenti del luglio 2019, che ha definito diversi prerequisiti legislativi e di vigilanza che le autorità croate dovevano soddisfare per partecipare all’ERM II. Le misure riguardavano i seguenti settori politici:
- vigilanza bancaria;
- il quadro macroprudenziale;
- il quadro antiriciclaggio;
- la raccolta, produzione e diffusione di statistiche;
- governance del settore pubblico; e
- la riduzione degli oneri finanziari e amministrativi.
La Croazia si è, inoltre, impegnata ad ampliare il quadro macroprudenziale. Questa condizione è stata soddisfatta nell’aprile 2020 quando il Parlamento ha adottato emendamenti al Credit Institutions Act e al Croatian National Bank Act.
L’attuazione da parte della Croazia delle misure di cui sopra ha ricevuto una valutazione positiva da parte della BCE e della Commissione europea, soddisfacendo così le condizioni per l’ammissione all’ERM II.
Durante questo periodo preparatorio, si possono prevedere ulteriori riforme istituzionali. La Croazia ha assunto ulteriori impegni politici, volti a garantire una convergenza economica sostenibile entro il momento in cui adotterà l’euro. Ulteriori sforzi devono essere investiti per:
- rafforzare il quadro antiriciclaggio;
- ridurre l’onere finanziario e amministrativo per l’economia, semplificando ulteriormente le procedure amministrative;
- ridurre gli oneri parafiscali e altri oneri non fiscali;
- migliorare la corporate governance nelle imprese statali; e
- rafforzare il quadro nazionale in materia di insolvenza.
Dal momento che la Croazia è entrata nell’unione bancaria e nell’ERM II, l’adozione dell’euro potrebbe essere possibile nel 2023, a condizione che sia conforme alle previsioni dei trattati.