Il Commissario europeo per le questioni fiscali Algirdas Šemeta, elencando le raccomandazioni fiscali specifiche per i vari Stati membri, ha detto che “c’e’ ancora molto da fare prima di raggiungere un livello di tassazione capace di supportare una ripresa dell’occupazione”.
Šemeta ha aggiunto: “con un cuneo fiscale del 46,5% nella zona euro, la pressione fiscale del nostro Paese sul lavoro supera quella di altri Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)”. La Commissione ha pertanto invitato dodici Stati membri dell’Unione europea – Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania e Spagna – a fare di più per alleggerire la tassazione sul lavoro. Essi dovrebbero invece concentrarsi sui tre punti: inquinamento, immobili e acquisti.
“La tassazione ambientale aiuta a promuovere l’ “economia verde”, creando cosi’ nuovi posti di lavoro e garantendo una maggiore competitività. La tassazione degli immobili tende ad essere equa ed efficace, se fatta in modo progressivo. E c’è un’ampia evidenza economica che le imposte di consumo possono essere delle buone fonti di gettito fiscale, che non danneggiano la crescita economica “, ha spiegato Šemeta.
Si e’ tuttavia detto preoccupato del fatto che l’utilizzo di imposte sul consumo nell’Unione Europea rimanga tutt’altro che ideale. Šemeta ritiene infatti che le esenzioni dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) vadano a complicare il sistema, creando problemi amministrativi per le imprese. Questi problemi sono particolarmente diffusi in Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Regno Unito.
In totale, undici Stati membri sono stati invitati ad ampliare la loro base imponibile per garantire una maggiore efficienza fiscale. Invece di aumentare il tasso IVA normale, “un sistema IVA più ordinato e conciso” potrebbe aiutare a ridurre i tassi e creare un ambiente più favorevole per molte aziende.
Infine, la Commissione ha raccomandato a 16 Stati membri di migliorare la governance fiscale nazionale al fine di facilitare il rispetto della normativa antievasione. Šemeta ha avvertito che “gli Stati membri non possono fare affidamento su regimi fiscali “miopi” per attrarre le multinazionali”. Ha anche aggiunto che “l’Europa finira’ per rimetterci se le multinazionali dovessero scegliere il nostro mercato unico esclusivamente per ridurre al minimo le tasse.”
Dev’essere adottato un approccio unificato contro l’evasione e la frode fiscale, il quale “deve tradursi in un’azione rapida e decisa, a livello nazionale, europeo e internazionale”, ha concluso Šemeta.
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