Le raccomandazioni del Parlamento per rendere più equa e chiara la tassazione per le imprese sono state approvate mercoledì. I deputati chiedono un registro pubblico UE dei beneficiari effettivi delle aziende, una lista nera dei paradisi fiscali, provvedimenti contro l’abuso dei sistemi di “patent box”, un codice di condotta per banche e consulenti tributari, una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB) e una ritenuta alla fonte sugli utili che lasciano l’UE.
Le raccomandazioni, redatte dai co-relatori Michael Theurer (ALDE, DE) e Jeppe Kofod (S&D, DK) per conto della commissione speciale per le decisioni in materia fiscali (TAXE II), sono state approvate con 514 voti a favore, 68 contrari e 125 astenuti.
“Il dumping fiscale è fatto a spese delle imprese pubbliche e di quelle di piccole e medie dimensioni, che sono la spina dorsale dell’economia europea. In un sistema fiscale equo, le multinazionali pagano la loro parte e devono farlo nei luoghi in cui generano i propri profitti e aumentano il proprio valore”, ha detto Theurer.
“Con questa relazione, l’Europa intensifica la lotta contro l’evasione fiscale e i paradisi fiscali. Stiamo stabilendo richieste chiare per una maggiore responsabilità, deterrenti efficaci sotto forma di un marcato aumento delle sanzioni per i paradisi fiscali, le banche, i consulenti fiscali e le imprese, e chiediamo una maggiore cooperazione europea e internazionale su questo tema estremamente problematico”, ha detto Kofod.
Una lista nera dei paradisi fiscali
I deputati accolgono le proposte della Commissione per l’elaborazione di una lista nera europea delle giurisdizioni non-cooperative. Il Parlamento sottolinea che la procedura di inserimento nella lista nera dovrebbe avvenire per gradi, consentendo un dialogo con la giurisdizione.
Il Parlamento sostiene anche sanzioni contro le giurisdizioni non cooperative, tra cui la possibilità di sospendere gli accordi di libero scambio e vietare l’accesso ai fondi comunitari. Le sanzioni dovrebbero essere rivolte ad aziende, banche, società di revisione contabile e legali e consulenti fiscali di cui è stato dimostrato il coinvolgimento in attività illegali o illecite con quelle giurisdizioni.
In particolare, i deputati chiedono agli Stati membri di introdurre sanzioni contro i responsabili aziendali coinvolti nell’evasione fiscale inclusa la revoca delle licenze commerciali nei casi in cui i professionisti siano coinvolti in schemi di pianificazione fiscale illecita ed evasione. La Commissione europea dovrebbe inoltre valutare la possibilità di introdurre una responsabilità finanziaria per i consulenti fiscali che partecipano a pratiche illecite.
L’uso improprio dei sistemi di “patent box”
I deputati sono critici anche nei confronti dei regimi di “patent box” per i redditi derivanti dalla proprietà intellettuale. Questi sistemi “non si sono dimostrati efficaci nel promuovere l’innovazione. Purtroppo, sono invece utilizzati dalle imprese multinazionali per trasferire gli utili attraverso schemi di pianificazione fiscale aggressiva (…), che conduce a una corsa al ribasso per quanto concerne la contribuzione fiscale effettiva delle imprese multinazionali”.
I deputati chiedono quindi alla Commissione di presentare proposte legislative comunitarie al fine di vietare l’uso improprio dei patent box e garantire che essi siano collegati a una reale attività economica.
Altre raccomandazioni
I deputati richiedono inoltre:
linee guida per definire meglio ciò che è consentito in materia di prezzi di trasferimento;
maggiore protezione per i whistleblowers;
una proposta della Commissione relativa a una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB), entro la fine del 2016;
una ritenuta d’imposta a livello UE, che sarebbe applicata dagli Stati membri, al fine di garantire che gli utili generati all’interno dell’Unione siano tassati almeno una volta prima di essere trasferiti al di fuori di essa;
un codice di condotta per le banche, i consulenti fiscali, le società di revisione contabile e legali;
un registro globale di tutti gli attivi patrimoniali detenuti da singoli individui, da imprese e da tutte le entità quali trust e fondazioni, a cui le autorità fiscali avrebbero pieno accesso.
Fonte: Ufficio Stampa Parlamento Europeo.
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