Il governo sta portando avanti la sua iniziativa “freeports”, “un programma di punta” secondo HM Treasury, che mira ad aumentare l’attrattiva del Regno Unito come nazione commerciale internazionale a seguito della Brexit.
Dopo la pubblicazione della sua risposta (the Response) alle consultazioni di Ottobre 2020, il governo sta cercando offerte per i primi sette porti franchi, dopo aver pubblicato il prospetto il 16 Novembre (the Prospectus).
Un porto franco è un’area all’interno del confine di un paese ma è considerata un’entità separata ai fini delle attivita’ doganali. La ratio è quella di ridurre i costi e la burocrazia, incoraggiando l’innovazione.
Vediamo quali sono le caratteristiche principali del sistema proposto.
- Le merci che giungono in un porto franco non sono sottoposte al pagamento di un dazio fino al momento in cui lasciano il porto per essere immesse sul mercato interno. Nel caso in cui la merce viene riesportata senza entrare prima nel mercato del Regno Unito, non sarà richiesto il pagamento di alcun dazio (“sospensione dei dazi”). In questo caso, sarà sospeso anche il pagamento dell’Iva sull’importazione.
- Se il dazio da pagare sulle parti componenti di un prodotto è superiore a quello pagabile sul prodotto finito, un’azienda potrebbe trarre vantaggio dall’importazione di componenti in un porto franco, fabbricando il prodotto nel porto franco e pagando il dazio sul prodotto finito solo quando il prodotto lascia il porto franco ed entra nel mercato interno del Regno Unito (“inversione di dazio”).
- Come alternativa all’inversione di dazio, il prodotto finito potrebbe essere riesportato senza essere immesso sul mercato del Regno Unito cosi’ che in nessuna fase sarà richiesto il pagamento di un dazio (“esenzione dai dazi in caso di riesportazioni”).
- Una semplificazione delle procedure doganali per le merci che giungono in un porto franco.
Numerosi sono i vantaggi, anche dal punto di vista fiscale:
- Lo sgravio della tassa fondiaria (SDLT) che in Inghilterra e Galles sarà valido fino al 31 marzo 2026 con l’inclusione di un meccanismo di recupero.
- Esenzione del 100% dalle imposte commerciali per i locali commerciali all’interno dei porti liberi per le attività nuove o trasferite a partire da ottobre 2021 per cinque anni dal momento del primo sgravio.
- Lo zero per cento dei contributi assicurativi nazionali a carico del datore di lavoro sarà disponibile per i nuovi dipendenti che lavorano in un porto franco per un massimo di 9 anni a partire da aprile 2022.
- Uno specifico sgravio “Structures and Buildings Allowance”, a un tasso del 10% del costo dell’investimento annuale su 10 anni, per le imprese che costruiscono o ristrutturano strutture o edifici per uso non residenziale all’interno di porti franchi. È necessario che il contratto sia concluso e la struttura o l’immobile siano in uso entro il 30 settembre 2026.
Benche’ il Response e il Prospectus siano stati elaborati con cura, non sono stati ancora forniti dettagli sul meccanismo dei vantaggi fiscali e doganali offerti dai porti franchi.
Esistono particolari preoccupazioni per la sicurezza dei porti franchi e per eventuali abusi fiscali. Le aziende si chiedono, inoltre, in che misura interverrà il governo nella gestione di tali porti.
Nonostante queste preoccupazioni, dovrebbe essere incoraggiato un cauto ottimismo riguardo ai freeports poiche’ costituiscono una valida possibilità per il Regno Unito per rilanciare la propria economia a livello internazionale.