Come previsto, il Consiglio nazionale svizzero ha respinto l’accordo franco-svizzero, volta ad evitare la doppia imposizione in materia di imposte di successione. L’ipotesi è quella della sostituzione dell’attuale accordo bilaterale esistente tra i due paesi risalgono dal 1953; il testo del nuovo progetto è stato bloccato in modo schiacciante con 122 voti favorevoli, 53 contrari e 11 astensioni.
Veementemente criticato dalla destra, gli oppositori del secondo accordo denunciano le disposizioni che consentono alla Francia di esercitare il suo potere di tassazione. I legislatori svizzeri segnalano una forma di “imperialismo francese “, che non trova spazio in un paese vicino e amico.
In contrasto con il precedente accordo, che prevedeva che l’imposta di successione è dovuta nel luogo di residenza del defunto, il nuovo accordo consente al governo francese di tassare eredi e beneficiari di cittadini svizzeri, residenti in Francia. Questo dopo la detrazione delle imposte di successione dovuta in Svizzera, però, a condizione che gli eredi e beneficiari abbiano risieduto in Francia per almeno otto su dieci anni precedenti il periodo di apertura della successione.
Anche se i cambiamenti possono sembrare solo di natura tecnica, a prima vista, le conseguenze finanziarie delle nuove disposizioni sono enormi, e di grande preoccupazione per la comunità svizzera che attualmente vive in Francia.
Per eredità dirette, gli eredi sono soggetti ad una limitata tassa di successione o addirittura sono esenti da imposizione fiscale in Svizzera. In Francia, le successioni tra discendenti diretti sono tassati ad aliquote variabili tra il 5 e il 45 per cento, a seconda del valore dei beni ereditati.
Pur prendendo atto “con rammarico” della decisione del Consiglio nazionale di bloccare l’accordo franco-svizzero, che è stato firmato a Parigi il 11 luglio 2013, il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici, tuttavia, ha sottolineato che questa non è la fine del processo di ratifica svizzero. Moscovici ha sottolineato che il testo ora passa al Consiglio svizzero degli Stati per la sua valutazione, marzo 2014.
Ringraziando il ministro delle finanze svizzero Eveline Widmer -Schlumpf per il suo impegno e il suo coinvolgimento, il ministro delle Finanze Moscovici ha sottolineato la sua fiducia che l’eccellente dialogo ormai in atto tra la Francia e la Svizzera continuerà e servirà a migliorare la cooperazione fiscale tra i due stati.
Concludendo, il ministro delle Finanze francese Moscovici ha sottolineato i meriti del nuovo testo, che, ha insistito, soddisfa pienamente l’obiettivo generale di accordi fiscali bilaterali, vale a dire quello di eliminare la doppia imposizione, per evitare casi di doppia non imposizione, e per combattere la frode fiscale e evasione fiscale.
Il Consiglio svizzero degli Stati membri secondo attendibili previsione respingerà l’accordo.
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