Maciej Szpunar, avvocato generale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ritiene improbabile che la tassa sul carburante nucleare prevista della Germania possa essere ritenuta contraria al diritto comunitario, nonostante i tribunali tedeschi si siano pronunciati negativamente contro tale imposta.
La tassa e’ pervista per l’uso di combustibili nucleari quali uranio e plutonio per la produzione di elettricità, ad un’aliquota pari a 145 Euro (196 dollari Usa) per grammo. Inizialmente si era previsto che l’imposta dovessere generare circa 2,3 miliardi di Euro (2,6 miliardi di dollari Usa) l’anno.
L’imposta è stata introdotta nel 2011 come emendamento all’Atomic Energy Act del 2002, dopo aver raggiunto l’accordo che i produttori di energia nucleare sarebbero stati in grado di continuare le operazioni per un periodo prolungato. Tuttavia, il Governo ha successivamente rinnegato la promessa di estendere la durata di utilizzo dei reattori nucleari, arrestando diverse unità in seguito al disastro nucleare di Fukushima nel 2011.
I tribunali di Amburgo e Monaco si sono pronunciati contro l’imposta, dopo i numerosi reclami delle societa’ di energia nucleare, tra cui E.ON e RWE. Il parere di Maciej Szpunar, pur non essendo vincolante, suggerisce la possibilita’ che la Corte possa assumere una posizione analoga quando si occupera’ di legiferare sul caso.
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