Francia: I diritti e i poteri degli azionisti

In Francia, il concetto di “società a responsabilità limitata” comprende diverse forme societarie.

  • Società pubblica per azioni (SA): la maggior parte delle regole di funzionamento sono previste dal Codice di Commercio. La SA è l’unico tipo di società (oltre alla società in accomandita) che può essere quotata in borsa.
  • Società di capitali (SAS): le regole di funzionamento sono prevalentemente decise dagli azionisti nell’atto costitutivo.
  • Società a responsabilità limitata (SARL): le regole di funzionamento sono previste dal Codice di commercio. La struttura SARL è generalmente riservata alle piccole imprese.
  • Società in accomandita (SCA), disciplinata dal Codice di Commercio e, in parte, dallo statuto societario. Si tratta di una sorta di società in accomandita per azioni, in cui coesistono due tipi di soci: i soci accomandatari, che rispondono dei debiti della SCA con il loro patrimonio personale, e i soci accomandanti, che sono sostanzialmente degli azionisti. La forma della SCA viene scelta dalle società quotate in borsa come arma di difesa contro le offerte di acquisto ostili.

In una SA con struttura monistica (consiglio di amministrazione) o dualistica (consiglio esecutivo e consiglio di sorveglianza), gli azionisti hanno sempre il potere di revocare i membri del consiglio (di sorveglianza) con un voto a maggioranza semplice in assemblea.

Le SCA sono gestite da un socio accomandatario o da una terza persona, le cui regole di nomina e revoca sono determinate direttamente nello statuto. Le SCA hanno anche un consiglio di sorveglianza che ha il compito di controllare la gestione della societa’ e che può esercitare un diritto di veto sulla nomina dei dirigenti. Il potere degli azionisti in queste società è limitato: ogni decisione deve essere confermata dai soci accomandatari, ad eccezione della nomina dei membri del consiglio di sorveglianza.

Gli azionisti di una SAS beneficiano di un’ampia flessibilità nella stesura dello statuto, soprattutto per quanto riguarda le regole di governance, motivo per cui gli investitori che hanno bisogno di affrontare questioni specifiche di governance e di personalizzare le regole di funzionamento della società scelgono generalmente questa forma giuridica. Le regole di nomina e revoca dei dirigenti e degli amministratori sono previste dallo statuto.

Le SARL non hanno un vero e proprio consiglio di amministrazione, in quanto le funzioni gestionali ed esecutive sono riunite in un unico tipo di incarico. La nomina e la rimozione dei dirigenti sono decise dagli azionisti a maggioranza semplice, a meno che lo statuto non preveda una maggioranza qualificata. Gli azionisti possono anche richiedere la rimozione dei dirigenti per giusta causa al tribunale.

In caso di consultazione su una questione specifica, il voto degli azionisti è vincolante (con alcune eccezioni). Tuttavia, a parte il diritto di revoca nei confronti del consiglio di amministrazione, gli azionisti non hanno modo di richiedere direttamente al consiglio di amministrazione di seguire una determinata linea d’azione.

Il diritto di un amministratore a essere indennizzato in caso di licenziamento dipende dal tipo di forma societaria e dalle sue funzioni, tenendo presente che il licenziamento in circostanze vessatorie o quando l’amministratore non può difendersi da solo può dare luogo a danni specifici.

L’approvazione degli azionisti è richiesta per le seguenti decisioni:

  • approvazione dei bilanci annuali della società (e dei bilanci consolidati);
  • assegnazione dei dividendi;
  • nomina dei membri del Consiglio di amministrazione; il Consiglio di amministrazione ha la facoltà esclusiva di suddividere i compensi tra i membri;
  • nomina dei revisori dei conti;
  • approvazione della relazione del revisore dei conti sulle operazioni tra la società e le sue parti correlate;
  • modifiche allo statuto (ad esempio, aumento o riduzione del capitale sociale, fusioni e cambio di forma societaria); e

Le assemblee degli azionisti delle società quotate votano ogni anno anche su tutte le componenti dei pacchetti retributivi degli amministratori esecutivi e dei membri del consiglio di amministrazione, sia per l’anno in corso sia per l’anno precedente.

Lo statuto può anche prevedere che alcune altre decisioni richiedano l’approvazione preventiva degli azionisti, ma tali restrizioni non possono essere opposte a terzi e gli accordi conclusi senza tale approvazione preventiva rimangono vincolanti. I rappresentanti della società possono tuttavia essere ritenuti responsabili per le perdite subite dalla società a causa di questi accordi. La stessa soluzione si applica alle operazioni con parti correlate quando gli azionisti hanno rifiutato di approvare la relazione del revisore legale.

In generale, trova applicazione il principio “un’azione, un voto”, salvo diverse eccezioni.

Nelle SA e SCA quotate in borsa, il diritto di voto doppio viene automaticamente attribuito alle azioni nominative dopo un periodo di possesso ininterrotto di due anni (a meno che lo statuto non preveda diversamente).

Nelle SA e SCA non quotate, così come nelle SAS, possono essere emesse azioni privilegiate con diritto di voto multiplo.

Le società possono anche emettere azioni privilegiate prive del diritto di voto, di solito in cambio del diritto a dividendi privilegiati. Queste azioni privilegiate sono limitate a un quarto del totale delle azioni nelle società quotate (metà nelle società non quotate). Al contrario, alcune azioni privilegiate godono di diritti di voto doppi o di un diritto di veto per determinate decisioni.

È, inoltre, possibile applicare un limite massimo di voti per ciascun azionista, con la precisazione che gli statuti delle società quotate possono sospendere tale limite in caso di offerta pubblica di acquisto.

Gli azionisti devono giustificare il possesso delle azioni due giorni lavorativi prima dell’assemblea generale per le società quotate, e tale termine o la dell’assemblea per le società non quotate (come previsto dall’atto costitutivo di tali società).

Gli azionisti che non possono partecipare all’assemblea possono votare in via anticipata (per posta o utilizzando una piattaforma elettronica se lo statuto autorizza tale modalita’) o conferire una delega. La delega viene conferita a una persona specifica, che può essere un azionista, oppure inviata alla società senza un nome specifico, il che corrisponde a un voto nel modo raccomandato dal consiglio di amministrazione.

Sebbene la legge francese consenta agli azionisti di partecipare virtualmente alle assemblee se lo statuto lo prevede, le associazioni di categoria non raccomandano, al momento, di utilizzare tale opzione. Ad oggi, solo le società quotate in borsa (con un numero limitato di azionisti partecipanti) hanno sperimentato la forma di un’assemblea azionaria digitalizzata con voto online.

Gli azionisti di una SA non possono agire per consenso scritto senza assemblea. Gli azionisti di altre forme societarie possono farlo se ciò è espressamente consentito dallo statuto.

Le assemblee degli azionisti sono generalmente convocate dal consiglio di amministrazione.

Tutti gli azionisti possono chiedere al tribunale di obbligare il consiglio a convocare l’assemblea annuale degli azionisti nel caso in cui il consiglio non lo faccia nei tempi previsti dalla legge. Tutti gli azionisti possono anche chiedere al tribunale di nominare un agente che convochi l’assemblea degli azionisti in caso di emergenza. Gli azionisti che detengono almeno il 5% del capitale sociale hanno il diritto di chiedere al tribunale di nominare un agente che convochi l’assemblea degli azionisti con un determinato ordine del giorno. (Non è necessario dimostrare l’esistenza di un’emergenza, ma il giudice valuterà se la richiesta è coerente con gli interessi della società).

Dopo un’acquisizione pubblica o un cambio di controllo di una società, gli azionisti di maggioranza possono anche convocare un’assemblea degli azionisti.

Prima dell’assemblea, gli azionisti di minoranza (che detengono almeno il 5% dei diritti di voto nelle società con un capitale sociale non superiore a 750.000 euro) possono obbligare il consiglio di amministrazione a mettere all’ordine del giorno una questione, compresa la nomina di un amministratore. Possono giustificare la loro richiesta in una dichiarazione che sarà trasmessa agli azionisti. In caso contrario, gli azionisti non possono obbligare il Consiglio di amministrazione a diffondere alcuna dichiarazione.

La legge francese non prevede alcun obbligo per gli azionisti di controllo a favore della società o degli azionisti di minoranza. Tuttavia, la giurisprudenza impedisce agli azionisti di maggioranza di votare a favore di delibere prese contro gli interessi della società al solo scopo di favorire i propri interessi a scapito degli altri azionisti. Se il giudice riconosce questo comportamento, la votazione contestata può essere dichiarata nulla e gli azionisti di maggioranza possono essere condannati al risarcimento dei danni.

La responsabilità degli azionisti è normalmente limitata al prezzo versato per le loro azioni.

Le società madri possono essere ritenute responsabili per i danni causati dalle loro filiali.

Print Friendly, PDF & Email