Secondo la legislazione brasiliana in materia di antiriciclaggio e prevenzione dei reati finanziari, i soggetti obbligati, comprese le banche, sono tenuti a:
- identificare i clienti;
- aggiornare costantemente il registro dei clienti per verificare che vi sia compatibilità tra le operazioni, le attività economiche e la loro capacità finanziaria, la provenienza dei fondi e i beneficiari finali delle operazioni;
- tenere un registro ove indicare tutte le operazioni che superano i limiti stabiliti dalla legislazione brasiliana;
- adottare policy, procedure interne e controlli adeguati in relazione all’entità e al numero delle transazioni effettuate; e
- riportare le operazioni sospette al Consiglio per il Financial Activities Control.
Il diritto brasiliano prevede una procedura specifica di adeguata verifica per le persone politicamente esposte (PPE). Si tratta di funzionari governativi che, nei cinque anni precedenti, hanno ricoperto una posizione, un impiego o funzione governativa di rilievo. Nella definizione rientrano anche i rappresentati, i parenti e gli stretti collaboratori delle persone politicamente esposte.
Nei confronti delle PPE, dunque, i soggetti obbligati sono tenuti a seguire una procedura rafforzata di adeguata verifica. Si tratta in particolare di:
- un monitoraggio continuo e rafforzato attraverso l’adozione di procedure più rigorose per investigare sulle attività sospette;
- un’analisi per verificare la necessità di segnalare operazioni sospette, secondo le previsioni della normativa brasiliana;
- una valutazione da parte del senior management in merito alla necessità di iniziare o continuare un rapporto con il cliente.
Quanto alla documentazione richiesta per l’identificazione del cliente al fine di aprire un conto, gli istituti finanziari sono tenuti a raccogliere e conservare i dati dei loro clienti, che ricomprendono:
- identificazione completa del cliente;
- indirizzo di residenza e domicilio;
- numero di telefono;
- patrimonio e redditi mensili se si tratta di persone fisiche; ricavi medi mensili degli ultimi 12 mesi se si tratta di persone giuridiche; e
- una dichiarazione firmata, riguardo allo scopo e al rapporto di affari con l’istituto finanziario.
Riguardo al reato presupposto, la legge brasiliana tiene distinto il reato di frode fiscale dal reato di riciclaggio di denaro. Si configura la frode fiscale quando il soggetto agente ha la volontà di evadere le imposte e pone in essere dichiarazioni mendaci, omissioni di informazioni, falsificazione di atti. Il reato di riciclaggio, invece, si realizza mediante l’occultamento o la dissimulazione circa la veridicità, l’origine, l’ubicazione, la disponibilità, l’operazione o la titolarità di beni, diritti o valori connessi a qualsivoglia attività criminosa. Nel primo caso è prevista la pena della reclusione da due a cinque anni, più la multa; nel secondo caso, la pena della reclusione è da tre a dieci anni, più la multa. I due reati possono concorrere tra loro.
Come regola generale, gli intermediari finanziari sono tenuti a una adeguata verifica dei propri clienti e ad aggiornare costantemente i loro dati, oltre a prevedere delle procedure specifiche nel caso in cui le operazioni dei clienti si considerano sospette.
Infine, il mancato rispetto della normativa vigente in materia comporterà l’applicazione di sanzioni, da valutare caso per caso. Le sanzioni possono consistere in:
- un avviso;
- una multa che non superi il doppio del valore dell’operazione, il doppio del profitto effettivo ottenuto o che si otterrà dall’operazione, o 20 milioni di reais;
- interdizione temporanea, fino a 10 anni, dei funzionari e dei dipendenti della società coinvolti; e
- cancellazione o sospensione dell’autorizzazione o della licenza ad operare.