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Spagna: perdite pari a 1 miliardo di Euro a causa del regime fiscale di Gibilterra

Alcuni eminenti politici spagnoli hanno sostenuto che il Governo spagnolo ogni anno perde all’incirca 1 miliardo di Euro (1.3 miliardi di dollari Usa) di entrate a causa del regime fiscale di Gibilterra.

Iñigo Méndez de Vigo, il Segretario di Stato spagnolo per l’Unione europea, ha evidenziato il fatto nel corso di un’intervista per il quotidiano nazionale ABC.

Questi, nel corso dell’intervista, ha infatti evidenziato che “secondo i calcoli del Ministero per le Finanze pubbliche, l’attuale regime fiscale di Gibilterra genera perdite per l’erario spagnolo per una cifra pari a quasi un miliardo di euro l’anno, sotto forma di rendimenti più bassi su diversi tipi di tassazione”.

E’ stato inoltre richiesto alla Commissione Europea di indagare le politiche fiscali dei territori britannici d’oltremare per eventuali aiuti di Stato illegali.

Le Autorità di Gibilterra hanno ribattuto alle accuse provenienti dalla Spagna descrivendole come “un volo finanziario di fantasia.”

Nella dichiarazione viene affermato che fra le 15.673 societa’ attive ci sono solamente 102 cittadini spagnoli con indirizzo spagnolo che detengono una o più azioni in un totale di 66 societa’. “Cio’ dimostrerebbe chiaramente che, come prevedibile, non sono molti i cittadini spagnoli che ricorrono al regime fiscale di Gibilterra”.

Il Gibraltar’s Income Tax Act del 2010, dopo modifiche minori da parte della attuale amministrazione, e’ stato approvato dal Code Group dell’Unione Europea, mentre la Spagna e’ stata la sola a non approvarlo. “Questo dimostra che la normativa di Gibilterra soddisfa tutti i criteri richiesti da Bruxelles a questo proposito, anche se ciononostante la Spagna sta continuando nel tentativo di dimostrare che la nostra legge viola tali requisiti. E’ attualmente in corso un’indagine in merito agli aiuti di Stato”.

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Portogallo pianifica una nuova tassa sui dispositivi digitali

Il Consiglio dei Ministri portoghese ha approvato il 21 agosto 2014, un piano per imporre una tassa sulla vendita di dispositivi di memorizzazione digitale.

La tassa proposta, destinata a compensare i detentori di copyright per mancati guadagni causati dalla pirateria digitale, sarà applicata ad un’aliquota tra EUR 0.05 (USD0.07) ed EUR 0.25 per gigabyte di capacità di storage.

Le entrate derivanti dall’introduzione della tassa sono previste complessivamente in Euro 15-20 milioni, che sarebbero trasferite ad organizzazioni di diritto d’autore, che a sua volta le distribuirebbero ai detentori di copyright.

I dispositivi che potrebbero essere interessati dalla tassa includono telefoni, tablet e set-top box. I dispositivi che vengono utilizzati a titolo professionale dovrebbero essere esentati dalla tassa.

Dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri la proposta sarà ora discussa dal Parlamento. […]

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La Croazia annuncia tagli all’imposta sul reddito

Il Governo della Croazia ha confermato il suo progetto di aumentare la soglia di esenzione fiscale per l’imposta sul reddito delle persone fisiche.

I piani generali sono stati recentemente annunciati dal Ministro delle finanze della Croazia, Boris Lalovac, e i dettagli sono stati inviati ai media in via ufficiosa la scorsa settimana. La soglia a partire dalla quale i guadagni divengono imponibili salira’ da 2,200 Kune mensili (293 Euro) a 2,600 Kune, mentre il tasso piu’ alto pari al 40 per cento si applicherà ai redditi pari a 13,200 Kune mensili (1,760 Euro), dalle 8,800 Kune di adesso.

Le modifiche verranno inserite nel bilancio suppletivo di settembre e introdotte a partire da gennaio 2015.

Davor Majetic, a capo l’Associazione dei datori di lavoro croata, ha spiegato che la nuova mossa dovrebbe aumentare l’ottimismo e rilanciare i consumi.

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OCSE: Messico conforme agli standard fiscali internazionali

Il Messico è stato l’unico paese ad essere conforme agli standard internazionali di trasparenza fiscale su dieci giurisdizioni valutate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l’8 agosto 2014.

Il Global Forum dell’OCSE sulla trasparenza e lo scambio di informazioni ai fini fiscali revisiona le partiche di scambio di informazioni attraverso la relazione Fase 2 peer review nelle dieci giurisdizioni e classificazioni assegnate in conformità ai singoli elementi degli standard internazionali, nonché secondo una valutazione complessiva.

Cinque giurisdizioni, Andorra, Anquilla, Antiqua e Barbuda, Indonesia e Santa Lucia, hanno ricevuto una valutazione complessiva di “parziale conformità”. Altre quattro, Cile, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montserrat e St. Kitts e Nevis, hanno ricevuto una valutazione complessiva di “in gran parte conforme”.

Il Global Forum ha rilevato nella relazione Fase 2 peer review per il Messico, che il paese ha firmato convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali (DTC) ed accordi di scambio di informazioni fiscali (TIEA) con 72 giurisdizioni. La grande maggioranza di questi sono attualmente in vigore e permettono al Messico lo scambio di informazioni secondo lo standard concordato a livello internazionale.

Il rapporto ha anche osservato che la Convenzione sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale ed il suo protocollo sono in vigore in Messico dal 1° settembre 2012, consentendo al paese di scambiare informazioni con un massimo di 79 giurisdizioni.

Inoltre, il Messico è in fase avanzata di negoziazione di DTC e TIEA con ulteriori giurisdizioni, per lo più membri del Global Forum.

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La Spagna introduce tagli alle imposte sul reddito a partire dal 2015

Il Ministro delle Finanze spagnolo, Mr. Cristóbal Montoro, ha confermato che a partire dal 1 ° gennaio 2015 verranno gradualmente introdotti i tagli alle imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPF).

Questi ha aggiunto che verra’ redatto un programma di riduzioni su tali imposte, e tale programma assicurera’ che i tagli fiscali non vengano realizzati tutti nell’arco di un solo anno. Mr. Montoro ha precisato inoltre che la fascia di popolazione che percepisce redditi piu’ bassi beneficera’ di maggiori agevolazioni fiscali.

Recenti miglioramenti nell’esazione delle imposte daranno al Governo un maggiore margine di manovra per abbassare le tasse, ha poi specificato Montoro.

Infine, il Ministro delle Finanze ha anche detto che il Governo prenderà in considerazione modifiche alla ripartizione delle entrate fiscali agli enti locali, e rivedra’ l’autonomia fiscale delle province.

Il gruppo di esperti incaricato di redigere i capisaldi della riforma fiscale presenterà la sua relazione al Consiglio dei Ministri il 14 marzo 2014.

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La Cina proroga il regime di rimborsi fiscali sulle esportazioni

E’ stato annunciato che, a partire dal 1° settembre, vi sarà una proroga del programma di rimborsi fiscali sulle esportazioni previsto dalla Cina, in modo tale da incoraggiare le esportazioni attraverso il porto Yangshan di Shanghai, e nell’intento di rafforzare il settore del commercio estero del Paese.

In una dichiarazione congiunta rilasciata dal Ministero delle Finanze cinese, dall’Amministrazione statale delle imposte e dall’Amministrazione generale delle dogane, è stato confermato che il programma verrà esteso a otto porti – nelle città di Nanjing, Suzhou, Lianyungang, Wuhu, Jiujiang, Yueyang, Qingdao e Wuhan – da cui partono i containers con sdoganamento in Yangshan, porto da cui lasciano la Cina.

In precedenza, solo gli ultimi due porti “feeder” erano inclusi nel programma, mentre gli altri hanno dovuto aspettare i rimborsi d’imposta fino a dopo che le merci esportate avevano lasciato Shanghai.

Le tasse verranno ora rimborsate direttamente alle imprese di esportatrici senza precedenti di contrabbando e che non hanno commesso infrazioni negli ultimi tre anni. I vettori dei containers devono essere dotati di dispositivi di navigazione, di posizione e di sorveglianza che consentano alle autorità doganali di controllare il loro avanzamento.

I rimborsi fiscali all’esportazione si riferiscono ai rimborsi di imposte indirette pagate da imprese esportatrici nella produzione e distribuzione di beni e servizi, comprese l’imposta sul valore aggiunto e l’imposta di consumo.

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In Spagna Rajoy intende diminuire l’IVA applicata ai beni e servizi culturale

Il primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy ha detto che il Governo prenderà in considerazione la diminuzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) applicata ai beni e servizi culturali nel quadro della sua riforma fiscale.

Parlando al Congresso, Rajoy ha criticato l’aumento dell’aliquota IVA applicata al settore culturale come conseguenza delle “disastrose” politiche economiche del Governo precedente. Il Governo non aveva altra scelta dall’aumentare l’aliquota dall’8% al 21% nel mese di luglio 2012, in quanto ereditava un deficit pubblico del 9% e stava affrontando un piano di salvataggio internazionale, ha dichiarato Rajoy. Il Governo ha anche aumentato l’imposta sul reddito (IRPF) e tagliato la spesa pubblica, ha sottolineato.

Rajoy ha osservato che non tutti i beni e servizi culturali in Spagna sono soggetti all’aliquota ordinaria IVA; biblioteche e centri di archivio beneficiano di un’aliquota IVA ridotta del 10%, mentre libri, giornali e riviste sono tassati al 4%, ha spiegato. In aggiunta, l’ammissione ai servizi culturali (spettacoli, cinema e teatro, ecc.), che vengono forniti da organismi di diritto pubblico o da altri organismi riconosciuti come aventi carattere sociale da parte della Spagna, non sono soggetti ad IVA.

Il leader spagnolo del Partito Socialista all’opposizione (PSOE), Alfredo Rubalcaba, aveva suggerito che l’aliquota IVA venisse ridotta, per evitare ulteriori chiusure di imprese e perdite di posti di lavoro. L’aumento dell’IVA ha svuotato i cinema della nazione, i teatri e le sale da concerto, e quattro lavoratori su dieci hanno perso il lavoro, ha affermato. Il fatto che la Spagna applica l’aliquota IVA più alta in Europa è culturalmente, umanamente ed economicamente un disastro, ha detto.

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Regno Unito: sgravi fiscali per lo sviluppo dei videogiochi

Il Regno Unito ha introdotto delle agevolazioni fino al 25% sui costi di produzione dei videogiochi inglesi a contenuto culturale, dopo l’entrata in vigore del regolamento sulla cultura il 19 agosto 2014.

Per qualificarsi, i videogiochi devono superare un test basato sul contenuto culturale, sul contributo culturale apportato dagli stessi, sul luogo di sviluppo, e sulla nazionalita’ del personale che lavora al progetto. Tali agevolazioni possono venire utilizzate per i costi sostenuti a decorrere dal 1 aprile 2014.

La mossa è stata elogiata dagli enti commerciali UK Interactive Entertainment (UKIE) e The Independent Games Developers Association (TIGA). Richard Wilson, amministratore delegato di TIGA, ha detto che, secondo le stime, lo sgravio andra’ a proteggere 10.300 posti di lavoro nel corso dei prossimi cinque anni, garantendo circa 450 milioni di sterline (pari a 749 milioni di dollari Usa) in investimenti.

Nel frattempo, Jo Twist, amministratore delegato di UKIE, ha descritto tali agevolazioni sui giochi come “il regime di sgravi fiscali su videogiochi più innovativo e onnicomprensivo nel mondo.” Ha poi aggiunto: “Abbiamo lavorato a stretto contatto con il Governo per assicurarci che questo regime vada a favorire i programmatori di qualsiasi tipo.”

Ed Vaizey, Ministro per la cultura e l’economia digitale, ha detto che le esenzioni fiscali “sono fondamentali per garantirci di competere a livello globale”. Secondo il governo, il 95% degli sviluppatori di videogiochi del Regno Unito sono delle piccole o medie imprese (SMEs). Secondo le stime del Governo, il nuovo sgravio fornirà circa 35 milioni di sterline all’anno in supporto al settore.

Nel mese di marzo, la Commissione Europea ha concluso che la Games Tax Relief è in linea con le norme sugli aiuti di Stato dell’Unione europea. La Commissione ha convenuto che tale supporto è necessario per evitare il declino del settore, ed ha sottolineato come tale misura promuova la cultura senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico.

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FATCA: la Serbia tutela i diritti dei contribuenti

Il Commissario per l’informazione della Serbia ha avvertito che le banche dovranno ricevere il pieno consenso da parte dei loro clienti prima di poter inviare qualsiasi tipo di informazione alle autorita’ fiscali degli Stati Uniti come previsto dall’accordo FATCA, e che e’ illegale rifiutare di prestare dei servizi ai clienti che si rifiutano di dare il loro consenso.

Tali osservazioni sono state espresse da Rodoljub Sabic dopo che la National Bank della Serbia (NBS) ha comunicato che, non appena il Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) entrera’ pienamente in vigore, diverra’ obbligatoria la trasmissione di tutti i dettagli finanziari. Le banche, pertanto, stanno già iniziando a chiedere ai clienti il permesso di trasferire i loro dati. Il Foreign Account Tax Compliance Act è volto a garantire che l’Internal Revenue Service possa ottenere le informazioni relative a quei conti correnti detenuti presso gli istituti finanziari esteri dai contribuenti americani.

Tuttavia, in un comunicato Rodoljub Sabic ha affermato che, affinche’ la Serbia possa dare attuazione al FATCA, ci sarebbe bisogno di un trattato internazionale tra Serbia e Stati Uniti, ratificato dall’Assemblea Nazionale, al fine di allineare la legislazione dei due paesi. Questi ha poi spiegato: “Nessuno può applicare la legislazione nazionale di un altro Paese al territorio della Repubblica di Serbia laddove tale legislazione è in contrasto con la legislazione della Repubblica di Serbia.”

Sabic ha inoltre osservato che gli Stati Uniti non sono parte della Convenzione n. 108 del Consiglio d’Europa, il che significa che per il trasferimento di dati personali attraverso le frontiere sarebbe ancora necessario il consenso del Commissariato. Ha inoltre spiegato che tutte le richieste di trasferimento di dati in tali circostanze dovrebbero essere in accordo con l’articolo 53 della legge della Serbia sulla protezione dei dati personali.

Il Commissario ha inoltre sottolineato che nei casi in cui i clienti delle banche danno il loro consenso per il trasferimento di dati agli Stati Uniti, tale consenso è valido solo se è espresso liberamente e sulla base di una piena comprensione del campo di applicazione, delle finalità e delle conseguenze che stanno dietro al trattamento dei dati. Qualsiasi trattamento di dati che non soddisfa questi standard è illegale e contrario alla legge sulla protezione dei dati personali.

Sabic ha inoltre ammesso che negare dei servizi ad un cliente, per l’essersi quest’ultimo rifiutato di prestare il suo consenso, non rientra nelle competenze del Commissariato, e potrebbe persino costituire una violazione della legge.

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Il Governo respinge la revisione dei sistemi di controllo del CRA

Il Nuovo Partito Democratico (NDP) nemmeno stavolta e’ riuscito a raggiungere un accordo per indagare autonomamente sulle verifiche effettuate dal Canada Revenue Service (Agenzia delle Entrate canadese) sugli enti di beneficienza dal 2012.

Il Comitato finanziario del Parlamento è stato richiamato dopo che il Nuovo Partito Democratico ha presentato una mozione chiedendo una revisione. Il NDP ha fatto pressione per aprire un’indagine gia’ a partire da luglio, quando per la prima volta era stato affermato che i controlli del CRA erano stati utilizzati per indirizzare gli avversari politici del governo.

La riunione del Comitato, conclusasi in meno di un’ora, si è svolta a porte chiuse, precludendo ai partecipanti di discuterne in seguito il suo contenuto pubblicamente.

Il critico di finanza del Nuovo Partito Democratico Murray Rankin dopo l’incontro ha dichiarato che: “I canadesi devono avere piena fiducia nell’integrità del CRA e del nostro sistema fiscale. Tuttavia, temo che l’evidenza lasci intendere che il governo conservatore abbia fatto un uso improprio del CRA per indirizzare i suoi avversari politici.”

I conservatori, che detengono la maggioranza nel Comitato, hanno confutato le accuse e hanno detto che il partito non sottoporra’ il CRA ad un’indagine ingiustificata. Un portavoce di Lynne-Findlay è stato citato per aver affermato che il Ministro “ha assoluta fiducia nella professionalità, nell’integrità e nella correttezza dei funzionari del CRA che amministrano il programma di beneficenza.”

Nel 2012, il Governo ha stanziato 8 milioni di dollari canadesi (7.3 milioni di dollari Usa) al CRA al fine di creare un gruppo speciale di revisori contabili che osservino da vicino il lavoro politico delle associazioni di beneficenza. In base alle regole introdotte nel 2003, solo il dieci per cento delle risorse di beneficenza può essere destinato alle attività politiche apartitiche.

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