In breve: Una Corte Superiore canadese ha stabilito che l’uso di un’emoji “👍” con il pollice in su è stato efficace per sostituire l’accettazione dei termini contrattuali. Il King’s Bench del Saskatchewan ha dichiarato che questo uso della moderna tecnologia “sembra essere la nuova realtà della società canadese e i tribunali dovranno essere pronti ad affrontare le nuove sfide che possono derivare dall’uso di emoji e simili”.
In una recente sentenza, il King’s Bench di Saskatchewan in Canada (equivalente a una Corte Suprema di Stato in Australia) ha riconosciuto che l’uso di un’emoji con il pollice in su può costituire un’accettazione dei termini contrattuali. Per la maggior parte il caso riguardava fatti fondamentali che non erano in discussione, mentre la decisione riguardava l’applicazione del diritto contrattuale e del Saskatchewan Sale of Goods Act.
Ciò che ha distinto il caso è stato il fatto che la Corte ha ritenuto che un’emoji con il pollice in su potesse essere utilizzata per confermare un contratto, soddisfacendo al contempo i requisiti del Sale of Goods Act, che richiedeva “una nota o un memorandum scritto del contratto stipulato e firmato”.
Il giudizio
Il caso di South West Terminal Ltd contro Achter Land & Cattle [2023] SKKB 116 riguardava un’azione per inadempimento contrattuale in cui South West Terminal (SWT) aveva acquistato del lino dalla Achter Land & Cattle (Achter), con consegna prevista per la fine di novembre 2021. Tuttavia, il lino non era poi mai stato consegnato e il fornitore (Achter) aveva sostenuto a sua discolpa che l’uso di un’emoji con il pollice in su non poteva trasmettere l’accettazione dei termini contrattuali, e quindi non esisteva un accordo giuridicamente vincolante per la fornitura.
La Corte è stata incaricata di valutare se vi fosse “consensus ad idem“, o un’intenzione di creare rapporti giuridici tra le parti, che si traducesse in un contratto validamente formato.
La Corte ha ritenuto che l’emoji fosse efficace per trasmettere l’accettazione dei termini contrattuali e che si fosse formato un contratto valido. Achter è stata condannata a pagare un risarcimento di 82.000 dollari (CAD) per la mancata consegna del lino (questo importo corrisponde alla differenza di prezzo tra il contratto in questione e il costo della fornitura sostitutiva).
Tecnologia moderna e contratti
Il caso è un prezioso promemoria del fatto che il diritto comune dei contratti ha la tradizione di evolversi per soddisfare le esigenze attuali. I tribunali di common law hanno sempre applicato un’ampia gamma di analisi per determinare le questioni contrattuali, come ad esempio se un certo tipo di firma sia sufficiente o se le parti abbiano accettato di essere vincolate. Nel corso del tempo, i tribunali hanno preso in considerazione diverse deviazioni dalla firma “a inchiostro umido”, incluse semplici modifiche come croci, iniziali, pseudonimi, nomi stampati e timbri di gomma, fino a considerare firme scansionate e firme elettroniche o generate artificialmente. Inoltre, i tribunali hanno riconosciuto diverse forme di documenti utilizzati per vincolare le parti, dagli atti e dalla pergamena alla carta dei contratti fino alle e-mail. Accordi con sigilli, firme, strette di mano o fatte oralmente, accettazione via e-mail, click su termini online, click sull’icona “Accetto” o pressione sullo schermo di un computer su un’icona opportunamente disegnata costituiscono consenso, accordo o firma elettronica.
In questo caso, l’accettazione dell’emoji da parte della corte si è basata sulle comunicazioni precedenti e sulle pratiche contrattuali delle parti, illustrando la continua evoluzione e rivalutazione che i tribunali intraprendono quando considerano ciò che costituisce accettazione contrattuale.
Sebbene non sia certamente consigliabile (o usuale) stipulare contratti inviando alla controparte un’emoji, questo caso rappresenta uno sviluppo interessante di cui le parti che si impegnano nel commercio attraverso brevi testi o conversazioni online devono essere consapevoli.