Qualche giorno fa Home Office ha chiesto ad una donna nata e cresciuta in Irlanda del Nord, che aveva appena presentato domanda di residenza per il marito cittadino americano, di dimostrare di avere il diritto di risiedere permanentemente a Belfast.
La donna, di cittadinanza Irlandese in base a quanto previsto dal Good Friday Agreement, si è ritrovata nell’incertezza dopo che il marito aveva presentato domanda per rimanere nel Paese in quanto familiare di una cittadina dello Spazio Economico Europeo residente nel Regno Unito.
Gemma Capparelli, di 36 anni, aveva appena fatto ritorno in Irlanda del Nord con il marito Dominic, nato a Chicago, e il figlio di dieci anni, dopo aver vissuto per piu’ di dieci anni all’estero.
La donna ha comunicato che non si sarebbe mai aspettata che le autorità mettessero in dubbio il suo diritto di vivere a Belfast, sua città natale, solo per il fatto di aver sposato un cittadino americano.
“La situazione che si è venuta a creare mi sta causando molto stress. Non avrei mai pensato che il mio ritorno a casa sarebbe stato così difficile e angosciante”, ha commentato.
La decisione di Home Office e’ stata presa nonostante una decisione del tribunale di qualche tempo fa dove invece era stato comunicato ad una donna del Nord Irlanda, di cittadinanza Irlandese, che il marito, anch’egli cittadino americano, avrebbe potuto rimanere a vivere con lei a Derry senza dover seguire le procedure per l’immigrazione.
L’Home Office ha ora presentato appello al tribunale superiore e l’udienza è fissata per il 26 novembre.
In questo caso, l’attenzione di Home Office e’ ricaduta sulla donna dopo che il marito ha presentato domanda di residenza utilizzando il modulo per l’Unione Europea. Nel modulo erano previste 4 categorie in base a cui presentare domanda, ma nessuna prevedeva lo status di cittadino irlandese residente in Irlanda del Nord.
Ai sensi di quanto previsto dal Good Friday agreement del 1998, tutti i cittadini nati in Irlanda del Nord hanno il diritto di avere la cittadinanza irlandese o inglese, o entrambe.
Gemma aveva rinunciato alla cittadinanza britannica, pagando £400, perche’ era preoccupata che l’Home Office, considerandola cittadina inglese, costringesse il marito a intraprendere un percorso piu’ complesso e costoso per ottenere il permesso di residenza nel Regno Unito, come di fatto accade per i cittadini non europei che sposano un cittadino inglese.
Con grosso stupore di entrambi i coniugi, la domanda di Dominic e’ stata rifiutata sulla base del fatto che il suo sponsor, ovvero la moglie Gemma, non aveva fornito la prova di essere in possesso a sua volta di un permesso di residenza permanente nel Regno Unito, anche se la stessa aveva prodotto all’Home Office il suo certificato di nascita dove veniva indicato che la stessa era nata nel Regno Unito nel 1981.
L’Home Office ha comunicato infatti alla coppia di coniugi che il diritto alla residenza permanente era scaduto in quanto la coppia aveva trascorso fuori dal Regno Unito per piu’ di due anni.
“L’Home Office sta dicendo che non sono residente nel mio paese. È un’assurdita’”, ha commentato Gemma, continuando “e’ come trovarsi in un limbo”.
Nel caso in questione, Dominic aveva presentato domanda allegando al modulo una lettera in cui spiegava che il suo caso non rientrava in nessuna delle opzioni previste dal modulo, e specificava che la moglie Gemma aveva rinunciato alla cittadinanza inglese in modo tale da non essere legata al precedente giudiziario relativo alla doppia cittadinanza, conosciuto anche come giudizio “Mc Carthy”.
Kim Vowden, avvocato esperto in immigrazione, ha spiegato che il problema nasce in quanto il diritto di residenza permanente è un concetto giuridico ai fini della legge sull’immigrazione e non un diritto acquisito alla nascita.
Coloro che sono nati in Irlanda del Nord sono per nascita sia irlandesi che inglesi, ma il diritto di residenza permanente è un diritto che viene assegnato agli immigrati, non a coloro che sono nati nel Regno Unito.
In base a quanto previsto dalla legge inglese, i cittadini extracomunitari sposati con un cittadino inglese devono presentare domanda per il visto tramite una procedura piuttosto costosa e complicata.
In base alla normativa europea, i coniugi dei cittadini europei che si trasferiscono in Inghilterra o ritornano in Inghilterra dopo aver vissuto in un paese dell’Unione Europea possono, invece, entrare nel paese senza dover far fronte alle procedure per l’immigrazione da paesi terzi.
Dominic ha spiegato che loro stessi avevano preso in considerazione questa via ma temevano che l’Home Office non avrebbe accettato Gemma come sponsor in quanto la stessa non aveva trovato lavoro subito dopo il suo ritorno in Irlanda del Nord.
L’avvocato della coppia ha scritto all’Home Office chiedendo di riconsiderare la domanda e ha presentato ricorso contro la decisione.
Il dipartimento dell’Home Office ha tuttavia negato l’accusa di trattare i cittadini irlandesi in modo diverso dai cittadini britannici e ha contattato la famiglia per dare indicazioni sulla strada piu’ giusta da seguire per presentare la domanda di residenza.
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