A meno di un anno dalla Brexit, vi forniamo una sintesi della recente posizione sui diritti dei lavoratori europei ed in che modo i datori di lavoro devono prepararsi all’uscita del Regno Unito dall’Europa.
I cittadini europei che arrivano nel Regno Unito prima del 29 marzo 2019:
L’8 dicembre 2017, il Governo inglese ha raggiunto un accordo con l’Europa sui diritti dei cittadini europei che si riferisce specificamente alla situazione dei cittadini europei che arrivano (o che sono già) nel Regno Unito prima della data della Brexit (cioè il 29 marzo 2019). Riportiamo di seguito un riepilogo dei punti chiave che sono stati concordati.
- I cittadini europei che, entro il 29 marzo 2019, vivono legalmente ed in modo continuativo nel Regno Unito per 5 anni potranno richiedere di rimanere indefinitamente nel Paese ottenendo il “settled status”. Ciò significa che potranno risiedere nel Regno Unito, accedere a fondi e servizi pubblici e richiedere la cittadinanza britannica una volta che avranno i requisiti per farlo.
- Quando il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea, i cittadini europei che arrivano entro il 29 marzo 2019 nel Paese ma non risiedono in quest’ultimo da 5 anni, potranno chiedere di rimanere fino a quando non avranno raggiunto la soglia dei 5 anni. Inoltre, possono presentare la domanda per ottenere il settled status.
- I membri della famiglia che convivono o raggiungono i cittadini europei nel Regno Unito entro il 29 marzo 2019 potranno, inoltre, presentare la domanda per l’ottenimento del settled status, di solito dopo 5 anni nel Regno Unito.
- I familiari stretti (vale a dire i coniugi, partner non sposati, figli e nipoti a carico e genitori e nonni a carico) potranno raggiungere i cittadini europei dopo che il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, nel caso in cui il legame esisteva entro il 29 marzo 2019.
L’Home Office ha confermato che ci sarà una procedura online per fare richiesta che sarà “semplificata, di facile e rapido utilizzo ed è probabile che sarà operativa entro la fine dell’anno. Ai cittadini europei sarà richiesto di fornire un documento di identità ed una fototessera e dovranno dichiarare l’esistenza di eventuali condanne penali. Saranno, inoltre, tenuti a pagare una tassa che probabilmente sarà la stessa richiesta per ottenere il passaporto inglese (che è attualmente pari a £ 75,50).
Il 19 marzo 2018, il Regno Unito e l’Unione Europea hanno, inoltre, raggiunto un accordo su una serie di punti fondamentali relativi all’accordo di recesso, uno dei quali prevedeva un accordo su un periodo di transizione dopo che il Regno Unito lascerà l’Unione Europea. I punti essenziali da considerare sono i seguenti:
- È stato concordato un periodo di transizione di 21 mesi che avrà inizio il 29 marzo 2019 e terminerà il 31 dicembre 2020.
- Durante il periodo di transizione, i diritti dei cittadini europei saranno tutelati e verrà garantita la libera circolazione dei lavoratori tra il Regno Unito e l’Europa. Questo varrà anche per i cittadini europei che arrivano nel Regno Unito durante il periodo di transizione.
- Tutti i cittadini europei che arrivano nel Regno Unito durante il periodo di transizione avranno 6 mesi di tempo dalla fine del periodo di transizione (vale a dire fino al 30 giugno 2021) per richiedere la documentazione relativa alla residenza.
Dopo il periodo di transizione
Il Governo inglese non ha fornito alcuna chiarimento sui diritti dei cittadini europei dopo il periodo di transizione. Si pensava che il Governo avrebbe pubblicato un White Paper sull’immigrazione la scorsa estate, che avrebbe definito le sue proposte post Brexit sull’’immigrazione e avrebbe incluso maggiori dettagli sulla nuova politica relativa all’immigrazione. Tuttavia, è improbabile che venga pubblicato prima di ottobre di quest’anno. Il ritardo ha suscitato critiche e, comprensibilmente, ha creato preoccupazione per i cittadini europei ed incertezza per le imprese inglesi non consentendo una pianificazione adeguata. Questo significa anche che il nuovo Disegno di Legge sull’immigrazione, promesso nel Discorso della Regina, potrebbe essere posticipato.
L’Home Office ha dichiarato sul proprio sito Web che i cittadini europei (ed i datori di lavoro inglesi) non devono fare nulla ora ed attendere che la nuova procedura online diventi operativa nella seconda metà del 2018. Tuttavia, per essere preparati alla Brexit, suggeriamo che i datori di lavoro attuino i seguenti step:
- Effettuino un controllo sull’attuale forza lavoro e valutino il potenziale impatto che avrà la Brexit.
- Incoraggino i dipendenti dell’Unione Europea che risiedono da almeno 5 anni nel Regno Unito a richiedere subito la residenza permanente.
- Rassicurino i dipendenti dell’Unione Europea che i loro diritti saranno protetti.
- considerino eventuali costi aggiuntivi come risultato della Brexit, come un potenziale aumento dei salari per far fronte ad eventuali competenze e/o carenze di manodopera all’interno dell’azienda e/o qualsiasi aumento dei costi per migliorare la forza lavoro attuale.
- Aggiornino le procedure e le politiche contro le molestie, il bullismo ed assicurino che i dirigenti siano pienamente formati su tali politiche. La Brexit ha provocato un aumento del numero di episodi di molestie razziali all’interno del luogo di lavoro e molti cittadini europei hanno riferito di essere vittime di bullismo e molestie a causa del loro status di cittadini europei.
- Creino un team Brexit per eseguire gli step sopra descritti, per gestire le richieste dei dipendenti europei in merito al loro status e per rispondere alle domande quando la procedura online sarà operativa entro la fine dell’anno.
Il Migration Advisory Committee ha pubblicato la sua relazione il 27 marzo 2018 che fornisce una valutazione iniziale del mercato del lavoro inglese in seguito alla Brexit. La relazione finale è prevista per settembre 2018. Quest’ultima mette in luce le preoccupazioni di molti datori di lavoro su come il Regno Unito potrebbe limitare i lavoratori europei dopo il periodo di transizione e su come ciò potrebbe impedire loro di assumere lavoratori europei poco qualificati nel Regno Unito. L’incertezza ha già avuto un impatto negativo su alcuni settori dell’economia britannica, come ad esempio la sanità, l’edilizia, l’hospitality , il settore dell’agricoltura, la vendita al dettaglio che stanno attualmente affrontando una grave carenza di manodopera. Vi sono prove che dimostrano che i datori di lavoro inglesi stanno iniziando ad assumere fuori dall’Unione Europea per colmare queste lacune. Mentre il Governo britannico ha fornito i necessari chiarimenti sui diritti dei lavoratori dell’Unione Europea prima della Brexit e durante il periodo di transizione, ci sono ancora molte incertezze sui diritti dei lavoratori europei dopo il periodo di transizione e probabilmente continueranno ad esserci fino a quando il Governo non pubblicherà il suo White Paper sull’immigrazione.
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