Le Nazioni Unite hanno pubblicato un nuovo rapporto, Africa’s Adaption Gap, che invita i paesi africani ad introdurre imposte ambientali per contribuire agli sforzi globali contro il cambiamento climatico.
Il rapporto è stato pubblicato alla 15° African Ministerial Conference on the Environment (AMCEN). Essa fa seguito al Environment Program’s Global Adaptation Gap Report del 2014, che ha trovato che il costo per l’introduzione dei cambiamenti necessari nei paesi in via di sviluppo per ridurre le emissioni, potrebbe essere di USD 250-500bn all’anno entro il 2050.
Il rapporto sostiene che i paesi africani sono particolarmente esposti a potenziali danni alle infrastrutture dal riscaldamento globale, e che sarà necessario un ambizioso programma di riduzione del danno. Si dice che “data la crescente gravità della sfida all’adattamento ai cambiamenti climatici in Africa, nessuna strada deve essere lasciata intentata nella ricerca di soluzioni per colmare il divario dell’adattamento.”
Si dice che l’Africa non sarà in grado di contare esclusivamente sui contributi globali per soddisfare questo costo, e i governi hanno bisogno di prendere in considerazione metodi per incrementare le entrate. La relazione esamina quattro opzioni possibili, tra cui nuovi prelievi sia nel settore minerario, che sulle operazioni finanziarie, commerciali o sul turismo.
Il rapporto sottolinea l’urgenza di un’azione tempestiva da parte delle nazioni in questione, osservando che il riscaldamento globale sta progredendo più rapidamente di quanto previsto in precedenza. Esso afferma che “anche se ricavi regionali sono stati generati dall’applicazione di tali prelievi, i costi di adeguamento sarebbero superiori alla capacità di generazione di entrate già nel 2020.”
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