In una dichiarazione che ha sollevato ampie preoccupazioni circa lo stato di diritto dell’ Ungheria, la Commissione Europea ha denunciato i piani del paese di richiedere versamenti obbligatori ai suoi cittadini, come una “tassa ad – hoc”, ogni qualvolta il paese riceva una sanzione per non avere rispettato le normative dell’UE
Viviane Reading, vice presidente della Commissione europea e Commissario europeo per la Giustizia, ha rilasciato la dichiarazione a nome della Commissione nel corso di una seduta pleanaria tenutasi al Parlamento europeo. Reading ha sostenuto che la richiesta di versamenti obbligatori penalizzerebbe doppiamente i cittadini dell’Ungheria: in primo luogo, perché non vengono fatti valere i loro diritti nel rispetto del diritto comunitario, e anche per dover fare dei pagamenti nonostante la penalizzazione sia stata confermata dalla Corte di Giustizia Europea. Reading ha avvertito che questo potrebbe avere ripercussioni sull’autorità’ della CGE e potrebbe costituire una violazione del Trattato dell’Unione Europea.
Questo requisito compare nell’Articolo 17 del Quarto Emendamento alla legge fondamentale dell’Ungheria, adottato dal parlamento ungherese in Marzo. Reading ha spiegato che prima dell’introduzione di questo emendamento, il presidente della Commissione, Jose ha contattato il Primo Ministro Viktor Orbán per avvertirlo che l’emendamento non sarebbe stato conforme alle normative dell’UE e al principio di stato di diritto.
Oltre alla tassa “ad – hoc” introdotta dal Quarto Emendamento, la Commissione è anche preoccupata a causa degli ampi poteri conferiti al Presidente dell’ Ufficio Nazionale della Magistratura, grazie ai quali egli è in grado di trasferire un processo da un tribunale ad un altro. Sono causa di preoccupazione anche le restrizioni poste sulla propaganda politica.
Reding ha confermato che la Commissione sta conducendo un’analisi legale della situazione e che, se appropriato, ricorrerà a misure di infingimento. Il vice presidente ha aggiunto che la Commissione stava lavorando a stretto contatto con la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, la quale a metà Giugno esprimerà la sua opinione in relazione alla compatibilità con i principi di stato di diritto.
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