Il Regno Unito ha avviato una contestazione in relazione alla tassa sulle transazioni finanziare (in inglese, financial transaction tax o FTT), che 11 paesi dell’Unione Europea intendono sottoscrivere nel rispetto delle direttive dell’UE sulla “cooperazione rafforzata” tra paesi membri.
La contestazione è stata presentata nella data termine, e segue il consiglio pervenuto questo mese dal Comitato per l’Unione Europea della Camera dei Lord secondo il quale il Governo dovrebbe richiedere “una consulenza legale urgente” su questa questione. Il Comitato ha ammonito sulle “conseguenze negative di vasta portata per le istituzioni residenti nel Regno Unito,” ed ha accusato il Governo di “compiacenza”. Il Comitato ha spiegato in una lettera che le istituzioni finanziarie britanniche sarebbero soggette alla tassa quando lavorano con paesi che hanno sottoscritto la FTT; ha anche denunciato la carenza di informazioni sulle modalità di riscossione dell’imposta e sulle ripercussioni che questa avrà sui sussidiari che si trovano al di fuori dell’area di applicazione.
È stato riportato che nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Washington, il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne ha dichiarato: “Siamo preoccupati in relazione agli aspetti extra-territoriali della proposta per la tassa avanzata dalla commissione; ritengo che questa sia una preoccupazione condivisa da altri paesi.” Ha aggiunto che il Regno Unito non era contrario al principio della FTT, nonostante il Primo Ministro britannico abbia in passato definito questa tassa come “pura follia.”
Gli undici paesi che prevedono di introdurre la tassa sono: Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Il Commissario dell’UE per la Tassazione, Argirdas Semeta, sostiene che la tassa avrà un costo “molto basso”, e che la cooperazione su questa questione rafforzerà il Mercato Interno.
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