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Costa Rica: riduzione del divario fiscale

Il Ministro delle Finanze del Costa Rica, Helio Fallas, ha annunciato una serie di nuove misure fiscali da attuare quest’anno e nel 2015 per affrontare il deficit del paese.

Le misure fiscali sono parte di un pacchetto di misure volte a ridurre il disavanzo primario dal 2,8 % del 2013 all’1 % del prodotto interno lordo (PIL) entro il 2015.

Gli sforzi del governo per incrementare le entrate, si concentreranno sul miglioramento della riscossione delle imposte, sulla base di un aumento del 14 % previsto quest’anno. Le autorità hanno detto che il gap fiscale – la somma persa attraverso l’evasione fiscale e le esenzioni – è stato pari al 13,37 % del PIL nel 2012. Questa percentuale era leggermente superiore al totale dell’imposta incassata in tale anno, pari al 13,18 % del PIL.

Un progetto di legge sulla lotta all’evasione fiscale sarà presentato questo mese. Il progetto di legge, se approvato, introdurrà deduzioni fiscali su tutte le spese per i servizi professionali solo se il prestatore sarà iscritto con la Directorate General of Taxation.

Il ministro delle finanze ha anche detto che il governo esaminerà le esenzioni fiscali ed eliminerà quelle che ritiene siano ingiustificate.

Il governo vuole aumentare le entrate per CRC 3.75 miliardi in quest’anno, e aumentare la pressione fiscale di circa lo 0,75 % del PIL.

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Riforme dei sistemi giudiziari – migliorare la qualità

Alcuni paesi devono accelerare le riforme per risolvere con efficacia le cause civili e commerciali, un elemento chiave per attirare investimenti e imprese.

È fondamentale, per i cittadini e per le imprese, migliorare la qualità, l’indipendenza e l’efficienza dei sistemi giudiziari dei paesi UE per garantire una giustizia di qualità.

Un sistema giudiziario efficiente migliora inoltre l’attrattiva di un paese quale luogo in cui investire ed esercitare un’attività, e quindi contribuisce alla crescita e all’occupazione.

Per assistere i governi nazionali, la Commissione ha elaborato il primo “quadro di valutazione della giustizia”, che ogni anno analizza in che modo sono gestite le cause civili, commerciali e amministrative nell’UE.

Dall’analisi emerge che alcuni paesi devono accelerare le riforme per raggiungere i livelli registrati in altri paesi. Queste le principali osservazioni:

  • in un terzo degli Stati membri i procedimenti giudiziari durano almeno il doppio che nel resto dell’UE, facendo talvolta aumentare il numero di cause pendenti. Tutti hanno interesse a concludere una causa in tempi brevi
  • i sistemi di monitoraggio e valutazione costante per migliorare la rapidità e la qualità della giustizia presentano ancora carenze in alcuni paesi
  • i metodi di risoluzione alternativa delle controversie, quali la mediazione, possono alleggerire il carico amministrativo dei tribunali e dovrebbero essere più diffusi per ridurre le attese
  • in alcuni paesi le imprese hanno una scarsa percezione dell’indipendenza dei tribunali – occorre dimostrare che la giustizia è fatta rispettare
  • i sistemi elettronici possono servire a ridurre ritardi e costi per i cittadini e le imprese
  • per migliorare l’efficienza è importante prevedere una formazione obbligatoria per i giudici e risorse adeguate.

Le prossime tappe

Dopo aver consultato i governi nazionali, la Commissione terrà conto dei temi identificati nel quadro di valutazione di quest’anno per elaborare una guida specifica per i singoli paesi nell’ambito del “semestre europeo”, un ciclo annuale di coordinamento della politica economica volto a promuovere la crescita e l’occupazione.

I finanziamenti per aiutare le amministrazioni nazionali ad attuare le riforme concordate dei sistemi giudiziari saranno resi disponibili nel prossimo bilancio pluriennale dell’UE.

Il quadro di valutazione applica indicatori specifici di qualità, efficienza e indipendenza della giustizia per confrontare i risultati degli Stati membri e permette di studiare le tendenze per identificare eventuali aree problematiche.

Il corretto funzionamento dei sistemi giudiziari è un elemento cruciale anche per l’applicazione coerente della normativa dell’UE, anche in settori quali l’economia, la protezione dei consumatori e l’ambiente.

Commissione Europea

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Il Regno Unito annuncia l’inasprimento delle sanzioni per gli evasori Offshore

Le nuove regole proposte questa settimana potrebbero rendere più severe le condanne penali nel Regno Unito per coloro che non dichiarano i redditi prodotti in giurisdizioni off-shore, anche se HM Revenue and Customs (HMRC) non è in grado di dimostrare l’intenzione di questi di evadere le tasse.

In futuro, HMRC avrebbe solo bisogno di dimostrare che il reddito è imponibile e non è stato dichiarato, anziché dimostrare che l’imposta è stata deliberatamente elusa, secondo le norme vigenti. A loro volta, gli indagati potrebbero incorrere in una nuova e rigorosa responsabilità penale. L’applicazione della responsabilità oggettiva nel diritto penale è controversa; in alcuni casi, i soggetti sono stati considerati responsabili per le loro condotte anche se non direttamente riconducibili ad un loro comportamento doloso o colposo, o anche se gli stessi hanno ragionevolmente fatto di tutto per non eludere la legge.

Il Governo sta anche rivedendo le sanzioni finanziarie esistenti per garantire che operino da deterrente in modo chiaro ed efficace; lo stesso valuterà se il limite penale esistente – fino al 200% dell’imposta dovuta – debba essere aumentato ulteriormente, se le sanzioni possono essere aumentate qualora le condotte degli individui siano il tentativo diretto a trasferire denaro per evitare l’accertamento, e se il sistema debba essere esteso per includere la tassa di successione.

Il Cancelliere del Regno Unito George Osborne ha dichiarato: “Il Governo ha compiuto passi significativi per reprimere coloro che hanno nascosto i loro soldi in giurisdizioni offshore. HMRC ha fatto rientrare oltre GBP 1.5bn (USD2.5bn) nel corso degli ultimi due anni, e, attraverso la nostra leadership al G8, abbiamo compiuto passi da gigante verso una maggiore trasparenza e condivisione delle informazioni fiscali; ma non possiamo allentare la presa, e continueremo a perseguire gli evasori fiscali off-shore. Coloro che continuano a credere di poter nascondere la propria ricchezza in giurisdizioni off-shore devono sapere che non esiste un rifugio sicuro e che li attendono gravi conseguenze.

L’esperto fiscale Ray McCann dello Studio Pinsent Masons, ha aggiunto: “Storicamente, la responsabilità oggettiva è stata applicata alle contravvenzioni, con pene relativamente meno gravi, e la punizione è stata commisurata al tipo di reato. E’ difficile comprendere come le pene per responsabilità oggettiva potranno prevedere sanzioni illimitate e pene detentive. Chiaramente ci possono essere trasgressori che non realizzano attività in giurisdizioni off-shore, ma sono all’interno della rete fiscale del Regno Unito, o coloro che sono sistematicamente e deliberatamente evasori fiscali. La questione sull’onestà del contribuente deve essere esaminata seriamente prima di iniziare a incarcerare la gente.”

Phil Berwick degli avvocati Irwin Mitchell ha criticato i piani: “HMRC deve modificare il suo approccio. Cambiare la definizione della condotta criminale non è il modo per farlo. Se i contribuenti si rendono conto che le probabilità di essere scoperti da HMRC sono realistiche, cambieranno il loro comportamento“. “HMRC ha i poteri ed applica le sanzioni per perseguire gli evasori fiscali, ed è soddisfatta dell’attività che sta svolgendo per colpire i contribuenti con redditi non dichiarati in giurisdizioni off-shore. Una questione chiave è se HMRC disponga delle risorse sufficienti”.

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La Commissione Europea spinge per uno spostamento del carico fiscale

Il Commissario europeo per le questioni fiscali Algirdas Šemeta, elencando le raccomandazioni fiscali specifiche per i vari Stati membri, ha detto che “c’e’ ancora molto da fare prima di raggiungere un livello di tassazione capace di supportare una ripresa dell’occupazione”.

Šemeta ha aggiunto: “con un cuneo fiscale del 46,5% nella zona euro, la pressione fiscale del nostro Paese sul lavoro supera quella di altri Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE)”. La Commissione ha pertanto invitato dodici Stati membri dell’Unione europea – Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania e Spagna – a fare di più per alleggerire la tassazione sul lavoro. Essi dovrebbero invece concentrarsi sui tre punti: inquinamento, immobili e acquisti.

“La tassazione ambientale aiuta a promuovere l’ “economia verde”, creando cosi’ nuovi posti di lavoro e garantendo una maggiore competitività. La tassazione degli immobili tende ad essere equa ed efficace, se fatta in modo progressivo. E c’è un’ampia evidenza economica che le imposte di consumo possono essere delle buone fonti di gettito fiscale, che non danneggiano la crescita economica “, ha spiegato Šemeta.

Si e’ tuttavia detto preoccupato del fatto che l’utilizzo di imposte sul consumo nell’Unione Europea  rimanga tutt’altro che ideale. Šemeta ritiene infatti che le esenzioni dell’imposta sul valore aggiunto (IVA)  vadano a complicare il sistema, creando problemi amministrativi per le imprese. Questi problemi sono particolarmente diffusi in Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Regno Unito.

In totale, undici Stati membri sono stati invitati ad ampliare la loro base imponibile per garantire una maggiore efficienza fiscale. Invece di aumentare il tasso IVA normale, “un sistema IVA più ordinato e conciso” potrebbe aiutare a ridurre i tassi e creare un ambiente più favorevole per molte aziende.

Infine, la Commissione ha raccomandato a 16 Stati membri di migliorare la governance fiscale nazionale al fine di facilitare il rispetto della normativa antievasione. Šemeta ha avvertito che “gli Stati membri non possono fare affidamento su regimi fiscali “miopi” per attrarre le multinazionali”. Ha anche aggiunto che “l’Europa finira’ per rimetterci se le multinazionali dovessero scegliere il nostro mercato unico esclusivamente per ridurre al minimo le tasse.”

Dev’essere adottato un approccio unificato contro l’evasione e la frode fiscale, il quale “deve tradursi in un’azione rapida e decisa, a livello nazionale, europeo e internazionale”, ha concluso Šemeta.

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Irlanda: le piccole imprese chiedono tagli fiscali

Le imposte irlandesi sul capitale ed il lavoro sono “troppo alte e non in linea con le economie concorrenti”, ha affermato AJ Noonan, presidente dell’Associazione delle piccole imprese del paese.

Noonan ha formulato le osservazioni prima del congresso nazionale del SFA di questa settimana. Inoltre, ha criticato la soglia minima dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che ha effetto da EUR 32,500 (USD 44,310).

Ha dichiarato che non ci sono adeguati incentivi al lavoro ed ha esortato il governo a premiare il rischio d’impresa. Ha anche raccomandato che agli imprenditori venga applicata una minor aliquota d’imposta sulle plusvalenze, del 20 % anziché dell’attuale 33 %.

Il governo irlandese è stato messo sempre più sotto pressione per riformare il sistema fiscale. Col 52 %, l’Irlanda ha una delle più alte aliquote marginali tra i paesi aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). La media OCSE è solo del 36 %.

I ministri hanno detto che la loro priorità sarà quella di introdurre sgravi fiscali sul reddito delle famiglie. Il primo ministro Enda Kenny ha recentemente fatto capire che le modifiche potrebbero essere introdotte con i prossimi due bilanci, ed il ministro delle Finanze, Michael Noonan, ha sottolineato che il Governo intende ridurre le imposte personali, quando ci saranno “i mezzi economici”.

Al governo di coalizione è stato però inferto un duro colpo con le dimissioni del vice primo ministro Eamon Gilmore, come risultato dello scarso rendimento del suo partito alle elezioni locali ed europee. Gilmore ha detto che era “molto orgoglioso del coraggio dimostrato dai membri del partito laburista, che, nel corso degli ultimi tre anni, hanno messo il loro paese prima di tutto.”

Rispondendo all’annuncio di Gilmore, Kenny ringrazia lui ed il suo partito per aver preso “le decisioni collettive che hanno portato l’Irlanda dal baratro del collasso economico sulla strada verso la ripresa“.

Gilmore rimarrà in carica come Vice Primo Ministro fino a quando un nuovo leader laburista sarà nominato nel mese di luglio.

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La Svizzera approva la legge di ratifica dell’accordo FATCA

Il Consiglio federale svizzero ha deciso di fare entrare in vigore il Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA) il 30 giugno 2014, insieme con l’ordinanza sugli obblighi di trasparenza, in modo da facilitare l’attuazione da parte degli istituti finanziari svizzeri delle nuove regole di trasparenza.

Il parlamento svizzero ha approvato la legge di ratifica dell’accordo FATCA in settembre del 2013, nello stesso momento in cui ha approvato l’accordo intergovernativo FATCA tra la Svizzera e gli Stati Uniti, entrato in vigore il 2 giugno 2014, mediante uno scambio di note.

L’accordo FATCA rende piu’ semplice per gli istituti finanziari svizzeri il rispetto dell’accordo FATCA degli Stati Uniti, che riguarda i depositi detenuti per conto di soggetti statunitensi. L’attuazione dell’accordo FATCA in Svizzera sarà agevolato da un secondo modello di accordo intergovernativo (Model Two Intergovernmental Agreement), che impone agli istituti finanziari svizzeri di rivelare i dettagli dell’account direttamente all’autorità fiscale statunitense con il consenso dei clienti statunitensi interessati. Gli Stati Uniti dovranno richiedere i dati di ogni cliente che si oppone attraverso i normali canali di assistenza amministrativa.

Nel frattempo, il Consiglio federale sta cercando di passare al primo modello (Model One), che prevede lo scambio automatico di informazioni attraverso un’autorità centralizzata. A tal fine, ha approvato il progetto di mandato per i negoziati con gli Stati Uniti il 21 maggio 2014.

L’applicazione a livello mondiale dell’accordo FATCA avrà inizio il 1 ° luglio 2014.

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Giappone: probabile aumento dell’imposta sulle societa’

Il piano del Primo Ministro Shinzo Abe di ridurre il tasso di imposta sulle società del Giappone nell’anno fiscale 2015 è stato approvato dal gruppo fiscale del partito Liberal Democratico, consentendo al Governo di trovare finanziamenti per ovviare al conseguente calo delle entrate fiscali, almeno fino a quando verra’ perseguito l’obiettivo di disavanzo di bilancio.

Il gruppo fiscale del Governo ha recentemente indicato che l’aliquota effettiva dell’imposta sulle società del Giappone, che attualmente si aggira intorno al 36%, dovrebbe essere ridotta al 25%, con un taglio iniziale del 2-3 per cento a partire da aprile 2015. Si spera che un tasso di imposta sulle societa’ più competitivo a livello internazionale possa favorire da subito gli investimenti sia da parte delle società nazionali che di quelle estere, e quindi stimolare la crescita dell’economia.

L’adesione del partito Liberal Democratico alla proposta significa che il Governo sarà ora in grado di includere tale riduzione dell’imposta sulle società nel suo quadro di bilancio per l’anno fiscale 2015, che dovrebbe essere divulgato nel corso del mese. Tuttavia, i dati finali della riforma fiscale, che uniscono l’esenzione fiscale ad un allargamento della base imponibile tramite la riorganizzazione delle agevolazioni fiscali esistenti, devono ancora venire elaborati nel corso dei prossimi mesi, in modo tale da potere essere presentati entro la fine di quest’anno.

A seguito di ulteriori deliberazioni da parte del gruppo fiscale del Partito Liberal Democratico, si prevede che ora il Governo riconfermi la sua intenzione di far ritornare il Giappone ad un equilibrio di bilancio (escluse le spese di servizio del debito) entro il 2020.

Dato che solo circa il 30% delle imprese giapponesi attualmente pagano l’imposta sulle società, a causa di perdite precedenti, il gruppo di esperti molto probabilmente spingera’ per l’adozione della precedente raccomandazione. Si ritiene che le entrate fiscali potrebbero essere rese più stabili modificando il sistema fiscale delle imprese del Giappone, almeno in parte, da un sistema basato sul profitto a un sistema basato sulle dimensioni. Quest’ultimo sarebbe in concreto basato sulle dimensioni della forza lavoro e del capitale di una società.

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Commissione Europea: ulteriore possibilità di riforma fiscale in Irlanda

La Commissione europea ha descritto il sistema irlandese di tassazione del lavoro frammentato e complesso, ha criticato la sua gamma di aliquote d’imposte sul valore aggiunto (IVA), ed ha sottolineato la necessità di apportare miglioramenti sulle tasse ambientali.

Nella sua analisi sull’Irlanda, la Commissione afferma che mentre le riforme fiscali hanno contribuito ai recenti sforzi di risanamento dei conti pubblici, vi è ulteriore spazio per migliorare l’efficienza e la crescita del sistema fiscale.

Su invito dell’Unione europea, il governo irlandese ha introdotto un’imposta globale sulla proprietà residenziale come parte di una serie di riforme fiscali di salvataggio connesse. Tuttavia, la Commissione sostiene che la base imponibile rimane relativamente ridotta, perché alcune proprietà rimangono al di fuori dell’imposta.

Anche le basi fiscali per le imposte di consumo e per quelle ambientali risultano diminuite per effetto di esenzioni ed aliquote ridotte. In particolare, la Commissione ha constatato che l’aliquota zero e l’IVA ridotta producono entrate inferiori alla media UE. Inoltre, queste aliquote sono ritenute uno strumento di politica inefficiente per proteggere le classi sociali più deboli.

La Commissione raccomanda al governo di considerare ciò che può essere fatto per ampliare la base imponibile e, quindi, sostenere il consolidamento fiscale. L’Irlanda viene anche esortata a rafforzare la crescita e la compatibilità ambientale del suo sistema fiscale, oltre che rimuovere le sovvenzioni dannose per l’ambiente.

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I Parlamentari brasiliani approvano la proroga di 50 anni delle agevolazioni fiscali della Free Zone

I rappresentanti della Camera brasiliana hanno approvato il 4 giugno 2014, una proposta per prorogare le agevolazioni fiscali della Zona Economica Libera di Manaus (ZFM), che si trova nello stato settentrionale di Amazonas, di 50 anni.

Gli incentivi agli investimenti nella zona franca, originariamente, avrebbero dovuto scadere nel 2023. Se il Senato approva la proposta di modifica della Costituzione (PEC) 103/11, la validità della ZFM sarà estesa fino al 2073.

La proroga proposta è stata inizialmente presentata nel 2011. Per assicurare l’approvazione dai parlamentari dell’opposizione, gli emendamenti sono stati approvati prorogando le riduzioni sulla tassa IPI (Imposta sui prodotti industrializzati) nel settore dei prodotti informatici fino al 2029, e per le altre zone di libero scambio nel nord del Brasile fino al 2050.

Thomaz Nogueira, il capo dell’autorità di vigilanza della ZFM, ha detto che si aspetta che la proposta di modifica della Costituzione (PEC) 103/11 verrà approvata rapidamente dal Senato.

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Irlanda, le entrate fiscali aumentano: “indice di un miglioramento del mercato del lavoro”

Le entrate derivanti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche sono in crescita del 7,8% (476 milioni di Euro – pari a 468 milioni di dollari USA) anno dopo anno, ed il Dipartimento delle Finanze sostiene che tali cifre riflettono un complessivo miglioramento del mercato del lavoro.

Gli ultimi Exchequer Returns mostrano che i proventi dell’imposta sul reddito hanno raggiunto i 6,6 miliardi di Euro alla fine di maggio, con un piu’ 1,8% (114 milioni di Euro) rispetto al target. Per il mese di maggio, le entrate sono state pari allo 0,7% (8 milioni di Euro) in piu’ rispetto al target mensile.

Bene anche l’imposta sul valore aggiunto (IVA), con le entrate che hanno raggiunto i 5,2 miliardi di Euro alla fine del mese di maggio. Cio’ corrisponde ad un piu’ 0,7% (pari a 39 milioni di Euro) e ad un 4,4% (pari a 220 milioni di Euro) di anno in anno.

Cosi’ non e’ stato per l’imposta sulle società: le entrate sono infatti diminuite del 5,8% (61 milioni di Euro) rispetto allo stesso periodo 2012-13. Il Dipartimento attribuisce questi risultati ad un pagamento supplementare fatto nel 2013. Tale pagamento è stato contabilizzato negli obiettivi del Governo, e l’imposta sulle società è ora al 13,1% (114 milioni di Euro) al di sopra del profilo. Per il mese di maggio, le entrate sono state del 12,3% (75 milioni di Euro) in piu’ rispetto agli obiettivi.

Sono stati raccolti 290 milioni di Euro di imposta locale sulla proprieta’ immobiliare fino ad oggi. Le accise sono in crescita del 5,5% rispetto al 2012-13.

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