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La Banca Centrale indiana studia la tassazione degli strumenti finanziari

La Reserve Bank of India (RBI) ha formato un gruppo di lavoro per studiare varie questioni relative alla tassazione degli strumenti finanziari in India e suggerire la razionalizzazione, al fine di promuovere il risparmio tra i privati.

Il gruppo esamina la struttura fiscale corrente applicabile ai diversi strumenti finanziari emessi nel sistema finanziario indiano ed individua possibili casi di “arbitraggio fiscale” tra gli strumenti finanziari sotto la struttura fiscale esistente.

Inoltre, suggerisce azioni di razionalizzazione del trattamento fiscale attraverso strumenti finanziari per promuovere risparmi finanziari e ridurre al minimo le distorsioni, tenendo conto delle raccomandazioni dei precedenti Comitati in questo senso e del progetto di Direct Taxes Code.

Balbir Kaur, consigliere presso il Dipartimento di Politica economica e di ricerca presso l’RBI, è stato nominato capo del gruppo.

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Spagna: perdite pari a 1 miliardo di Euro a causa del regime fiscale di Gibilterra

Alcuni eminenti politici spagnoli hanno sostenuto che il Governo spagnolo ogni anno perde all’incirca 1 miliardo di Euro (1.3 miliardi di dollari Usa) di entrate a causa del regime fiscale di Gibilterra.

Iñigo Méndez de Vigo, il Segretario di Stato spagnolo per l’Unione europea, ha evidenziato il fatto nel corso di un’intervista per il quotidiano nazionale ABC.

Questi, nel corso dell’intervista, ha infatti evidenziato che “secondo i calcoli del Ministero per le Finanze pubbliche, l’attuale regime fiscale di Gibilterra genera perdite per l’erario spagnolo per una cifra pari a quasi un miliardo di euro l’anno, sotto forma di rendimenti più bassi su diversi tipi di tassazione”.

E’ stato inoltre richiesto alla Commissione Europea di indagare le politiche fiscali dei territori britannici d’oltremare per eventuali aiuti di Stato illegali.

Le Autorità di Gibilterra hanno ribattuto alle accuse provenienti dalla Spagna descrivendole come “un volo finanziario di fantasia.”

Nella dichiarazione viene affermato che fra le 15.673 societa’ attive ci sono solamente 102 cittadini spagnoli con indirizzo spagnolo che detengono una o più azioni in un totale di 66 societa’. “Cio’ dimostrerebbe chiaramente che, come prevedibile, non sono molti i cittadini spagnoli che ricorrono al regime fiscale di Gibilterra”.

Il Gibraltar’s Income Tax Act del 2010, dopo modifiche minori da parte della attuale amministrazione, e’ stato approvato dal Code Group dell’Unione Europea, mentre la Spagna e’ stata la sola a non approvarlo. “Questo dimostra che la normativa di Gibilterra soddisfa tutti i criteri richiesti da Bruxelles a questo proposito, anche se ciononostante la Spagna sta continuando nel tentativo di dimostrare che la nostra legge viola tali requisiti. E’ attualmente in corso un’indagine in merito agli aiuti di Stato”.

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L’Amministrazione fiscale (SAT) della Cina indaga sul transfer pricing

L’ Administration of Taxation (SAT) ha recentemente pubblicato un’istruzione (Ufficio delle imposte generali Fa [2014] No 146), invitando gli uffici fiscale nazionali e locali ad indagare sulle pratiche di transfer pricing adottate dalle imprese cinesi.

Sotto esame da parte della SAT sono tutte le operazioni che comportano il pagamento irragionevole degli oneri per servizi e royalties alle parti correlate che si trovano in Paesi con una bassa od inestinte tassazione o a fiscalità privilegiata. La SAT si concentra sulle operazioni effettuate tra il 2003 e il 2013, che non hanno alcun scopo commerciale ragionevole o di sostanza economica.

Tra le altre cose, la SAT sta verificando: oneri per servizi agli azionisti (compresi i servizi prestati in relazione alla pianificazione, monitoraggio e gestione dell’impresa); corrispettivi su servizi che non si riferiscono ai servizi prestati; royalties corrisposte a parti situate in paradisi fiscali o all’estero che non assumono alcuna funzione.

La SAT ha chiesto agli uffici delle imposte di completare l’indagine e presentare una relazione entro il 15 settembre il 2014.

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La Croazia annuncia tagli all’imposta sul reddito

Il Governo della Croazia ha confermato il suo progetto di aumentare la soglia di esenzione fiscale per l’imposta sul reddito delle persone fisiche.

I piani generali sono stati recentemente annunciati dal Ministro delle finanze della Croazia, Boris Lalovac, e i dettagli sono stati inviati ai media in via ufficiosa la scorsa settimana. La soglia a partire dalla quale i guadagni divengono imponibili salira’ da 2,200 Kune mensili (293 Euro) a 2,600 Kune, mentre il tasso piu’ alto pari al 40 per cento si applicherà ai redditi pari a 13,200 Kune mensili (1,760 Euro), dalle 8,800 Kune di adesso.

Le modifiche verranno inserite nel bilancio suppletivo di settembre e introdotte a partire da gennaio 2015.

Davor Majetic, a capo l’Associazione dei datori di lavoro croata, ha spiegato che la nuova mossa dovrebbe aumentare l’ottimismo e rilanciare i consumi.

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Portogallo pianifica una nuova tassa sui dispositivi digitali

Il Consiglio dei Ministri portoghese ha approvato il 21 agosto 2014, un piano per imporre una tassa sulla vendita di dispositivi di memorizzazione digitale.

La tassa proposta, destinata a compensare i detentori di copyright per mancati guadagni causati dalla pirateria digitale, sarà applicata ad un’aliquota tra EUR 0.05 (USD0.07) ed EUR 0.25 per gigabyte di capacità di storage.

Le entrate derivanti dall’introduzione della tassa sono previste complessivamente in Euro 15-20 milioni, che sarebbero trasferite ad organizzazioni di diritto d’autore, che a sua volta le distribuirebbero ai detentori di copyright.

I dispositivi che potrebbero essere interessati dalla tassa includono telefoni, tablet e set-top box. I dispositivi che vengono utilizzati a titolo professionale dovrebbero essere esentati dalla tassa.

Dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri la proposta sarà ora discussa dal Parlamento. […]

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La Cina proroga il regime di rimborsi fiscali sulle esportazioni

E’ stato annunciato che, a partire dal 1° settembre, vi sarà una proroga del programma di rimborsi fiscali sulle esportazioni previsto dalla Cina, in modo tale da incoraggiare le esportazioni attraverso il porto Yangshan di Shanghai, e nell’intento di rafforzare il settore del commercio estero del Paese.

In una dichiarazione congiunta rilasciata dal Ministero delle Finanze cinese, dall’Amministrazione statale delle imposte e dall’Amministrazione generale delle dogane, è stato confermato che il programma verrà esteso a otto porti – nelle città di Nanjing, Suzhou, Lianyungang, Wuhu, Jiujiang, Yueyang, Qingdao e Wuhan – da cui partono i containers con sdoganamento in Yangshan, porto da cui lasciano la Cina.

In precedenza, solo gli ultimi due porti “feeder” erano inclusi nel programma, mentre gli altri hanno dovuto aspettare i rimborsi d’imposta fino a dopo che le merci esportate avevano lasciato Shanghai.

Le tasse verranno ora rimborsate direttamente alle imprese di esportatrici senza precedenti di contrabbando e che non hanno commesso infrazioni negli ultimi tre anni. I vettori dei containers devono essere dotati di dispositivi di navigazione, di posizione e di sorveglianza che consentano alle autorità doganali di controllare il loro avanzamento.

I rimborsi fiscali all’esportazione si riferiscono ai rimborsi di imposte indirette pagate da imprese esportatrici nella produzione e distribuzione di beni e servizi, comprese l’imposta sul valore aggiunto e l’imposta di consumo.

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La Spagna introduce tagli alle imposte sul reddito a partire dal 2015

Il Ministro delle Finanze spagnolo, Mr. Cristóbal Montoro, ha confermato che a partire dal 1 ° gennaio 2015 verranno gradualmente introdotti i tagli alle imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPF).

Questi ha aggiunto che verra’ redatto un programma di riduzioni su tali imposte, e tale programma assicurera’ che i tagli fiscali non vengano realizzati tutti nell’arco di un solo anno. Mr. Montoro ha precisato inoltre che la fascia di popolazione che percepisce redditi piu’ bassi beneficera’ di maggiori agevolazioni fiscali.

Recenti miglioramenti nell’esazione delle imposte daranno al Governo un maggiore margine di manovra per abbassare le tasse, ha poi specificato Montoro.

Infine, il Ministro delle Finanze ha anche detto che il Governo prenderà in considerazione modifiche alla ripartizione delle entrate fiscali agli enti locali, e rivedra’ l’autonomia fiscale delle province.

Il gruppo di esperti incaricato di redigere i capisaldi della riforma fiscale presenterà la sua relazione al Consiglio dei Ministri il 14 marzo 2014.

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OCSE: Messico conforme agli standard fiscali internazionali

Il Messico è stato l’unico paese ad essere conforme agli standard internazionali di trasparenza fiscale su dieci giurisdizioni valutate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l’8 agosto 2014.

Il Global Forum dell’OCSE sulla trasparenza e lo scambio di informazioni ai fini fiscali revisiona le partiche di scambio di informazioni attraverso la relazione Fase 2 peer review nelle dieci giurisdizioni e classificazioni assegnate in conformità ai singoli elementi degli standard internazionali, nonché secondo una valutazione complessiva.

Cinque giurisdizioni, Andorra, Anquilla, Antiqua e Barbuda, Indonesia e Santa Lucia, hanno ricevuto una valutazione complessiva di “parziale conformità”. Altre quattro, Cile, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montserrat e St. Kitts e Nevis, hanno ricevuto una valutazione complessiva di “in gran parte conforme”.

Il Global Forum ha rilevato nella relazione Fase 2 peer review per il Messico, che il paese ha firmato convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali (DTC) ed accordi di scambio di informazioni fiscali (TIEA) con 72 giurisdizioni. La grande maggioranza di questi sono attualmente in vigore e permettono al Messico lo scambio di informazioni secondo lo standard concordato a livello internazionale.

Il rapporto ha anche osservato che la Convenzione sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale ed il suo protocollo sono in vigore in Messico dal 1° settembre 2012, consentendo al paese di scambiare informazioni con un massimo di 79 giurisdizioni.

Inoltre, il Messico è in fase avanzata di negoziazione di DTC e TIEA con ulteriori giurisdizioni, per lo più membri del Global Forum.

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In Spagna Rajoy intende diminuire l’IVA applicata ai beni e servizi culturale

Il primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy ha detto che il Governo prenderà in considerazione la diminuzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) applicata ai beni e servizi culturali nel quadro della sua riforma fiscale.

Parlando al Congresso, Rajoy ha criticato l’aumento dell’aliquota IVA applicata al settore culturale come conseguenza delle “disastrose” politiche economiche del Governo precedente. Il Governo non aveva altra scelta dall’aumentare l’aliquota dall’8% al 21% nel mese di luglio 2012, in quanto ereditava un deficit pubblico del 9% e stava affrontando un piano di salvataggio internazionale, ha dichiarato Rajoy. Il Governo ha anche aumentato l’imposta sul reddito (IRPF) e tagliato la spesa pubblica, ha sottolineato.

Rajoy ha osservato che non tutti i beni e servizi culturali in Spagna sono soggetti all’aliquota ordinaria IVA; biblioteche e centri di archivio beneficiano di un’aliquota IVA ridotta del 10%, mentre libri, giornali e riviste sono tassati al 4%, ha spiegato. In aggiunta, l’ammissione ai servizi culturali (spettacoli, cinema e teatro, ecc.), che vengono forniti da organismi di diritto pubblico o da altri organismi riconosciuti come aventi carattere sociale da parte della Spagna, non sono soggetti ad IVA.

Il leader spagnolo del Partito Socialista all’opposizione (PSOE), Alfredo Rubalcaba, aveva suggerito che l’aliquota IVA venisse ridotta, per evitare ulteriori chiusure di imprese e perdite di posti di lavoro. L’aumento dell’IVA ha svuotato i cinema della nazione, i teatri e le sale da concerto, e quattro lavoratori su dieci hanno perso il lavoro, ha affermato. Il fatto che la Spagna applica l’aliquota IVA più alta in Europa è culturalmente, umanamente ed economicamente un disastro, ha detto.

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Regno Unito: sgravi fiscali per lo sviluppo dei videogiochi

Il Regno Unito ha introdotto delle agevolazioni fino al 25% sui costi di produzione dei videogiochi inglesi a contenuto culturale, dopo l’entrata in vigore del regolamento sulla cultura il 19 agosto 2014.

Per qualificarsi, i videogiochi devono superare un test basato sul contenuto culturale, sul contributo culturale apportato dagli stessi, sul luogo di sviluppo, e sulla nazionalita’ del personale che lavora al progetto. Tali agevolazioni possono venire utilizzate per i costi sostenuti a decorrere dal 1 aprile 2014.

La mossa è stata elogiata dagli enti commerciali UK Interactive Entertainment (UKIE) e The Independent Games Developers Association (TIGA). Richard Wilson, amministratore delegato di TIGA, ha detto che, secondo le stime, lo sgravio andra’ a proteggere 10.300 posti di lavoro nel corso dei prossimi cinque anni, garantendo circa 450 milioni di sterline (pari a 749 milioni di dollari Usa) in investimenti.

Nel frattempo, Jo Twist, amministratore delegato di UKIE, ha descritto tali agevolazioni sui giochi come “il regime di sgravi fiscali su videogiochi più innovativo e onnicomprensivo nel mondo.” Ha poi aggiunto: “Abbiamo lavorato a stretto contatto con il Governo per assicurarci che questo regime vada a favorire i programmatori di qualsiasi tipo.”

Ed Vaizey, Ministro per la cultura e l’economia digitale, ha detto che le esenzioni fiscali “sono fondamentali per garantirci di competere a livello globale”. Secondo il governo, il 95% degli sviluppatori di videogiochi del Regno Unito sono delle piccole o medie imprese (SMEs). Secondo le stime del Governo, il nuovo sgravio fornirà circa 35 milioni di sterline all’anno in supporto al settore.

Nel mese di marzo, la Commissione Europea ha concluso che la Games Tax Relief è in linea con le norme sugli aiuti di Stato dell’Unione europea. La Commissione ha convenuto che tale supporto è necessario per evitare il declino del settore, ed ha sottolineato come tale misura promuova la cultura senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico.

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