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A luglio decisione sulla legalità dell’agevolazione fiscale tedesca prevista per l’inheritance tax

La Corte Costituzionale federale tedesca (Bundesverfassungsgericht) l’8 luglio prossimo si occupera’ di valutare se la legislazione fiscale del Paese sull’imposta di successione e donazione e’ conforme al principio di uguaglianza in relazione al trattamento del patrimonio aziendale rispetto a quello riservato alla ricchezza privata.

In particolare, la Corte valuterà se le disposizioni applicabili alla tassa sulle successioni e sulle donazioni prevedono ingiustamente un trattamento fiscale favorevole per quei lasciti che hanno ad oggetto beni aziendali piuttosto che patrimoni privati. Verranno presi in considerazione i dati annuali relativi all’imposta sulle successioni e donazioni forniti dal ministero delle Finanze tedesco questo mese.

Il parere della Corte Costituzionale è destinato a fornire certezza giuridica dopo che, ad ottobre 2012, la Corte Federale Tributaria (Bundesfinanzhof – BFH) a Monaco ha stabilito l’incostituzionalita’ della legge. Il Bundesfinanzhof  ha evidenziato come i trasferimenti di beni aziendali siano o sostanzialmente o completamente esenti da imposta ai sensi della legge del 2009. La Corte ha inoltre contestato le disposizioni che consentono ai proprietari delle imprese di ricomprendere i patrimoni privati nei beni aziendali, beneficiando in tal modo di importanti agevolazioni fiscali quando i loro beni vengono trasferiti. Il Governo, tuttavia, ha inasprito queste norme attarverso il Tax Act del 2013, dove si prevede che una società a responsabilità limitata, o GmbH, possa “ospitare” fino al 20% del patrimonio privato.

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I Membri del Parlamento Britannico si interrogano sui poteri di HMRC sui conti bancari

Il Presidente della commissione del Tesoro del Parlamento britannico ha affermato che il piano diretto a garantire ad HM Revenue and Customs (HMRC) il potere di recuperare i soldi direttamente dai conti bancari dei contribuenti è “molto preoccupante”, ricordando anche che “HMRC non chiede sempre la giusta quantità.”

La manovra è stata proposta dal Cancelliere George Osborne nel suo discorso di bilancio di marzo, ed ulteriori dettagli sono stati svelati pochi giorni fa. Il governo dice che il potere sarà usato solo nei confronti dei contribuenti che hanno ripetutamente ignorato la corrispondenza inviata da HMRC, e che sui conti di tali contribuenti saranno sempre lasciati almeno GBP 5,000 (USD 8, 421). Il governo ha anche annunciato una consultazione, che il Comitato dice dovrebbe essere “completa ed esauriente.”

Il Comitato vuole inoltre rivedere i poteri dopo la loro attuazione, al fine di garantire che HMRC venga investita solo dei poteri sufficienti per soddisfare i propri obiettivi. Il Comitato avverte che sono necessarie delle garanzie in modo che HMRC non possa sbagliare impunemente. In particolare, il Comitato vuole che venga nominato un supervisione indipendente, magari attraverso un nuovo difensore civico competente, ovvero attraverso i tribunali. Essa suggerisce inoltre che HMRC debba essere responsabile per danni, oltre a risarcimento in caso di errori, e che ci debba essere un’azione disciplinare nei casi di abuso di potere.

Il Comitato è inoltre preoccupato che la manovra potrebbe portare ad un ritorno alla “preferenza della Corona”, il che significa che i debiti nei confronti di HMRC da parte delle imprese e degli individui insolventi sarebbero preferiti rispetto agli altri creditori. La preferenza della Corona è stata abolita nel 2003.

Andrew Tyrie, che presiede il Comitato, ha detto che HMRC sarebbe stata chiamata a deporre sulla questione a breve.

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Contenzioso fiscale nel settore bancario: gli svizzeri cercano l’accordo con gli Stati Uniti

Il Consigliere Federale svizzero Eveline Widmer-Schlumpf ha incontrato a Washington il Procuratore Generale statunitense Eric Holder per un colloquio, al fine di discutere un programma statunitense di composizione delle controversie fiscali per le banche di categoria “due”, “tre” e “quattro”, e per affrontare il tema delle indagini penali in corso negli Stati Uniti per le banche di categoria “uno” domiciliate in Svizzera.

Le banche svizzere oggetto di indagine penale negli Stati Uniti per presunti reati fiscali, che stanno tentando di raggiungere un accordo per differire il procedimento a loro carico, sono conosciute come banche di categoria uno, mentre quelle che vogliono giungere ad un non-prosecution agreement (accordo sul mancato esercizio dell’azione penale) e che hanno il dubbio di aver commesso un reato fiscale per il quale potrebbero essere soggette ad una pena, sono di categoria due. Le banche che invece non hanno commesso un reato possono essere definite di categoria tre, mentre quelle banche ritenute conformi e con una base di clientela locale sono di categoria quattro.

Il Dipartimento federale delle finanze (Swiss Federal Department of Finance) svizzero ha detto di non volersi esprime sui procedimenti in corso che stanno coinvolgendo le banche di categoria uno, ma si e’ limitato ad osservare che il programma di risoluzione delle controversie in materia fiscale degli Stati Uniti previsto per le banche di  categoria due, tre e quattro sta procedendo “secondo i piani”.

Il Dipartimento federale delle finanze ha aggiunto: “La Svizzera si e’ impegnata a garantire, assieme con le autorità statunitensi, una procedura equa ed equilibrata nel rispetto del principio di proporzionalità, al fine di evitare che le banche svizzere ricevano un trattamento peggiore rispetto alle altre banche”.

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I banchieri svizzeri si uniscono alla Francia per incoraggiare il ricorso all’amnistia

Il Presidente dell’Associazione Svizzera dei Banchieri (SBA – Swiss Bankers Association), Mr. Patrick Odier, ha chiesto alla Francia di estendere e potenziare il suo sistema di regolarizzazione fiscale in modo tale da consentire ai  contribuenti di fare una dichiarazione volontaria per normalizzare i propri affari.

Mr. Patrick Odier ha detto al quotidiano L’Agefi che tale procedura rappresenta la soluzione migliore sia per la Svizzera che per la Francia, in quanto impedisce il trasferimento di beni non dichiarati dalle banche svizzere verso giurisdizioni deregolamentate. È quindi nell’interesse di entrambi i Paesi cercare di rendere il programma più interessante, ha aggiunto Patrick Odier.

Al momento, il programma è poco attraente per molti clienti in quanto troppo costoso, complicato, e privo di certezze dal punto di vista giuridico, ha spiegato Odier. Questi ha poi spiegato che la Swiss Bankers Association cercherà di avviare un dibattito con le autorità fiscali francesi per migliorare ciò che è in programma. Le modifiche, tuttavia, dovranno venire attuate rapidamente, dato che la Svizzera ha accettato di applicare lo scambio automatico di informazioni (AEI – Automatic Exchange of Information) entro due o tre anni, ha evidenziato Odier. I clienti delle banche svizzere dovranno presto decidere se regolarizzare o trasferire i propri patrimoni non dichiarati, ha aggiunto.

La Francia ha fissato le condizioni per il suo programma di regolarizzazione fiscale in una circolare di giugno 2013. I tassi delle penali vengono abbassati nel caso di dichiarazione spontanea di mancato rispetto degli obblighi fiscali, dal 40% (applicato nel caso di mancata dichiarazione) al 30% per i cosiddetti “truffatori attivi”, e al 15% per i “contravventori passivi”, tra cui ad esempio gli eredi con un patrimonio non dichiarato situato all’estero. Nel contempo, la multa annuale riscossa in caso di mancata dichiarazione è limitata al 3% del valore dei beni nei casi di evasione fiscale “attiva” e all’1,5% per i casi di evasione fiscale definiti “passivi”. Queste penali a tasso agevolato sono condizionate al pieno adempimento degli oneri fiscali arretrati da parte del contribuente.

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I banchieri europei avvertono l’effetto negativo dell’introduzione di una FTT

La Federazione Bancaria Europea (EBF), ha avvertito che una tassa sulle transazioni finanziarie (FTT) creerebbe incertezza per gli investitori e aumenterebbe i costi per le imprese, indipendentemente dal fatto che venga introdotto in tutta l’Unione Europea o in un numero limitato di Stati membri.

L’EBF ha formulato le osservazioni a seguito di una riunione del Consiglio Affari Economici e Finanziari dell’Unione Europea (Ecofin) il 6 maggio 2014, in cui dieci paesi hanno ribadito il loro impegno all’attuazione graduale di una FTT entro il 2016.

L’EBF ha sottolineato che in tutta l’UE una FTT sarebbe controproducente per l’intera economia europea perché scoraggerebbe gli investimenti in titoli e comprometterebbe l’accesso ai finanziamenti per le imprese. Una FTT limitata ostacolerebbe il buon funzionamento del mercato interno, ha aggiunto.

L’EBF ha invitato i governi ed i legislatori a riconoscere i danni che una tassa simile produrrebbe.

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EU 11 – rimproverati per operazione finanziaria e trattative fiscali ‘non trasparenti’

Il Consiglio degli affari economici e finanziari dell’Unione europea riunitosi sullo stato di avanzamento dei negoziati per la tassazione delle transazioni finanziarie nell’Unione Europea, il 6 maggio 2014, si è concluso con una dichiarazione congiunta firmata solo dai dieci degli undici Stati membri che si sono impegnati a introdurre il prelievo.

La Slovenia è stata l’unica giurisdizione a non aver firmato la dichiarazione. Almeno nove Stati membri dovranno essere disposti ad essere coinvolti in ‘una procedura di cooperazione rafforzata’ perché il processo possa andare avanti.

La dichiarazione rende chiaro l’intento dei paesi partecipanti di lavorare per la progressiva attuazione di una FTT (Financial transaction tax), concentrandosi inizialmente sulla tassazione di azioni e di alcuni derivati. Se un accordo verrà raggiunto, queste misure entreranno in vigore al più tardi dal 1 Gennaio 2016.

Secondo il ministro delle Finanze austriaco Michael Spindelegger, i partecipanti “hanno concordato una dichiarazione politica congiunta di intenti e … raggiunto un accordo comune sui punti chiave“. Ha detto che altri punti saranno confermati entro la fine dell’anno.

Un comunicato ECOFIN, rilasciato dopo la riunione, spiega che gli obiettivi iniziali della Commissione per una FTT sono stati mantenuti. Vale a dire, le caratteristiche della FTT verrebbero armonizzate all’interno delle giurisdizioni partecipanti, il settore finanziario darebbe un contributo fiscale equo e sostanziale, e misure di regolamentazione e di vigilanza verrebbero integrate da disposizioni volte a scoraggiare le transazioni che non migliorano l’efficienza nei mercati finanziaria.

Oltre a questo, tuttavia, poche informazioni supplementari sono state rilasciate. Il comunicato ECOFIN fa riferimento ai tassi prima teorizzati dalla Commissione nel 2011, ma non indica se verranno mantenuti. La Commissione ha presentato una versione riveduta del suo regime nel febbraio 2013, per l’attuazione e la cooperazione rafforzata, ma non sono stati resi pubblici ulteriori cambiamenti.

Parlando dopo la riunione, il commissario Algirdas Šemeta ha detto che era contento di vedere la FTT di nuovo sotto i riflettori. Ha accolto con favore il continuo impegno degli Stati partecipanti, ed ha sottolineato che devono “investire tutte le loro energie su questo disegno e renderlo legge all’interno del calendario previsto.”

Šemeta ha ammesso che “il piano e il ritmo sono meno ambiziosi di quanto la Commissione aveva proposto“, ma ha aggiunto che i ministri non devono perdere di vista il loro obiettivo finale di introdurre la prima FTT regionale nel mondo. Ha chiesto a loro di agire in fretta, ed ha esortato la Presidenza Greca a “valutare tutte le posizioni degli Stati membri e di presentare una proposta di compromesso per la discussione durante le riunioni del Gruppo di lavoro.”

Nonostante l’ottimismo professato da Šemeta, sembra sempre più probabile che il Regno Unito lancerà una nuova sfida legale contro le proposte. La Corte di Giustizia Europea la scorsa settimana ha respinto il caso portato prima dal Regno Unito, concludendo che l’argomentazione del Regno Unito era basata più sulla forma di una futura e potenziale FTT, piuttosto che sulla procedura di cooperazione rafforzata che sarà istituita in subordine.

Il Cancelliere George Osborne della Gran Bretagna ha detto ai suoi colleghi ministri che il Regno Unito ha continuato a vedere l’FTT come una tassa sul lavoro, investimenti e pensioni, e quindi non voleva essere partecipe in essa. Egli ha sottolineato che “spetta agli Stati membri decidere se vogliono danneggiare i posti di lavoro e gli investimenti nei loro paesi, ma se cercano di danneggiare i posti di lavoro e gli investimenti in tutto il resto d’Europa, allora abbiamo diritto di contestarlo.”

Osborne ha anche criticato la continua mancanza di chiarezza sulla questione. Ha detto: “Ci troviamo in una situazione in cui undici Stati membri stanno lavorando sulle loro proposte, in gran parte in segreto, e riceviamo un pezzo di carta consegnato a tutti noi dicendo ‘Oh, questo, tra l’altro è quello che abbiamo concordato. ‘ Non c’è assolutamente nulla su questioni cruciali, o che i derivati saranno inclusi. Non c’è assolutamente niente qui sul potenziale impatto extraterritoriale. Mi piacerebbe sentire quali sono le regole di emissione. La tassa sarà applicata alle azioni ed ai derivati emessi in tutti gli Stati membri?

C’erano segni che la Svezia potesse sostenere il Regno Unito nel suo contenzioso, dopo che il suo ministro delle Finanze Anders Borg ha descritto la FTT come “una tassa molto inefficiente e costosa, che avrà un impatto negativo sugli investimenti.” Anche lui ha attaccato la mancanza di informazioni come “un problema reale”. L’Irlanda si è tuttavia sottratta da qualsiasi azione del genre. Michael Noonan delle Finanze ha detto ai giornalisti che l’FFT non sembra porre il settore dei servizi finanziari del paese in pericolo.

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OCSE: I Paesi membri aderiscono al nuovo standard sullo scambio automatico di informazioni

La Dichiarazione sullo scambio automatico di informazioni in materia fiscale è stata approvata da tutti e 34 i Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), assieme ad Argentina, Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, India, Indonesia, Lettonia, Lituania, Malaysia, Arabia Saudita, Singapore e Sud Africa.

La Dichiarazione costituisce un impegno ad applicare e a rendere effettivo un nuovo standard globale unico sullo scambio automatico di informazioni. Tale nuovo standard, che è stato sviluppato dall’OCSE e approvato dai ministri delle finanze del G20 lo scorso febbraio, obbliga i Paesi e le varie giurisdizioni a raccogliere le informazioni in materia fiscale tramite le rispettive istituzioni finanziarie, e a scambiare automaticamente tali informazioni con le altre giurisdizioni ogni anno.

Nel corso di una riunione dei ministri delle finanze del G20, prevista per settembre 2014, l’OCSE consegnerà un commentario dettagliato sul nuovo standard, nonché una serie di soluzioni tecniche per dare attuazione al nuovo sistema di scambio di informazioni.

I governi del G20 hanno dato mandato al Global Forum dell’OCSE sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a scopi fiscali per monitorare e valutare l’attuazione della norma.

Più di 60 paesi e giurisdizioni si sono gia’ impegnati ad adottare tale standard in tempi brevi, e l’OCSE prevede che anche altri membri del Forum Globale aderiranno a questo gruppo nel corso dei prossimi mesi.

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Singapore – accordo FATCA con gli Stati Uniti

E’ stato annunciato che gli Stati Uniti e il Singapore hanno concluso sostanziali discussioni su, ed hanno siglato il testo, di un accordo intergovernativo (IGA) per attuare il Foreign Account Tax Act (FATCA).

Il FATCA, emanato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2010 e, con effetto dal 1 luglio 2014, è inteso a garantire che gli Internal Revenue Service (IRS) degli Stati Uniti ottengano le informazioni sui conti finanziari detenuti presso istituzioni finanziarie estere (FFI) da soggetti statunitensi. La mancata divulgazione dagli FFI delle informazioni sui loro clienti statunitensi comporterà l’obbligo di trattenere l’imposta del 30 % sui pagamenti di fonte statunitense.

Per far fronte a situazioni in cui la legge straniera impedirebbe il rispetto dei termini adottati dagli FFI, il Tesoro statunitense ha sviluppato il modello IGA. Secondo i termini del Modello 1 IGA tra Singapore e gli Stati Uniti, gli istituti finanziari con sede in Singapore riferiranno informazioni sui conti finanziari detenuti da soggetti statunitensi alla Inland Revenue Authority di Singapore (IRAS), che poi scambiera’ tali informazioni con l’IRS.

La trasmissione di tali informazioni secondo i termini IGA contribuirà ad alleviare l’onere per le istituzioni finanziarie e come i loro obblighi di comunicazione saranno considerati una volta che le informazioni verranno trasmesse all’IRAS.

Dopo la sigla dell’IGA, le parti firmeranno l’accordo nella seconda metà del 2014. Le Istituzioni finanziarie del Singapore avranno ora fino al 31 dicembre 2014 per registrarsi come FFI all’interno di una giurisdizione IGA ed ottenere un Global International Identification Number attraverso il portale IRS online di registrazione al FATCA. Questo farà sì che nessuna ritenuta alla fonte verrà trattenuta sui pagamenti di fonte statunitense.

È stato inoltre sottolineato che gli istituti finanziari con sede in Singapore dovranno sviluppare applicazioni di sistema di raccolta dati richiesti secondo il formato definito dall’IRS degli Stati Uniti, e che lo schema intergovernativo finalizzato al FATCA XML e la Guida per l’utente, che forniscono informazioni su specifici dati e loro caratteristiche, sono disponibili sul sito web dell’IRS.

Ulteriori indicazioni saranno fornite nella seconda metà del 2014 da parte dell’IRAS, dal Monetary Authority of Singapore e dal Ministero delle Finanze alle istituzioni finanziarie su come adempiere ai loro obblighi FATCA. Il Ministero delle Finanze terrà una consultazione pubblica sulla bozza delle linee guida prima che sia ultimata.

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Il Bahrain applica il sistema dei Carnets ATA

Il Bahrain ha dato attuazione al sistema dei Carnets ATA, consentendo, per un periodo massimo di un anno, la possibilita’ di esportare e importare beni senza pagare tasse o dazi.

Il Bahrain è il settantaquattresimo Paese al mondo, ed il secondo Stato membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) dopo gli Emirati Arabi Uniti, ad adottare tale sistema. Il sistema di Carnets ATA entrera’ in vigore in Bahrain il 1° giugno del 2014. Il Carnet elimina la necessità di acquistare titoli di importazione temporanei; pertanto, fino a quando le merci vergono riesportate entro il termine stabilito, non sono dovuti ne’ dazi ne’ tasse.

“Con l’attuazione del sistema di Carnets ATA in Bahrain, l’economia nazionale potrà beneficiare di procedure doganali semplificate”, ha spiegato Nabeel A Rahman Al – Mahmood, amministratore delegato della Camera di Commercio e dell’Industria di Bahrain.

“Agevolare la circolazione delle merci attraverso le frontiere è essenziale per mantenere l’economia globale sulla strada della ripresa. Prevediamo che la scelta di Bahrain di applicare questo regime dara’ il buon esempio ad altri Paesi della regione, come  l’Arabia Saudita e il Qatar”, ha aggiunto il Presidente  del Consiglio Mondiale dei Carnets ATA, istituito presso la Camera di Commercio Internazionale (ICC WCF ATA Carnet).

Il sistema dei carnets ATA è amministrato dalla Camera di Commercio Internazionale (ICC) della World Chambers Federation (WCF) e dall’Organizzazione mondiale delle dogane (WCO – World Customs Organisation) con sede a Brussel.

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La riforma fiscale ha aumentato l’attrazione verso il Regno Unito

Il Segretario del Tesoro della Gran Bretagna, David Gauke ha descritto le riforme fiscali come un “elemento centrale” della strategia economica del governo, e ha detto che ora c’è grande fiducia delle imprese nel sistema fiscale del Regno Unito.

Gauke ha formulato osservazioni affrontando il Forum sulla Fiscalità proposto dal sindaco della City di Londra. Ha detto che le società si trasferiscono nel Regno Unito ogni settimana, e che “costantemente incontra un pubblico ricettivo” nel promuovere il Regno Unito all’estero. Ha aggiunto che il Regno Unito è stato classificato ad un livello alto sulla competitività fiscale internazionale da KPMG per gli ultimi due anni, e che un sondaggio di HMRC aveva indicato che nove su dieci società hanno sostenuto la decisione del Regno Unito di tagliare l’aliquota dell’imposta sulle società.

Più in generale, ha spiegato che l’IMF prevede che il Regno Unito crescerà più velocemente di qualsiasi altra economia del G7 quest’anno, si prevede che gli investimenti delle imprese cresceranno rapidamente, e che l’occupazione è attualmente a “livelli record “.

Rivedendo le recenti modifiche, Gauke ha sottolineato che l’imposta sulle società era scesa dal 28 % nel 2010 al 21 %, e che scenderà ulteriormente al 20 % l’anno prossimo. Ha anche citato gli incentivi fiscali per la ricerca e lo sviluppo, la ricerca di petrolio e gas, e il settore creativo, così come un nuovo processo di policy-making fiscale al fine di garantire un’adeguata consultazione.

Il ministro ha parlato anche di “un rapporto costruttivo basato sulla fiducia tra il contribuente e l’esattore”, che ha detto, ricava un reddito supplementare, mentre aggiunge attrattiva nel Regno Unito.

Gauke ha anche discusso i tentativi di riforma fiscale a livello internazionale. Ha affermato che il Regno Unito ha assunto un ruolo guida sul Base Erosion e Profit Shifting project, e che il governo avrebbe lavorato con il G20 e l’OCSE “sull’economia digitale, sulla coerenza, sul merito e sulla trasparenza.”

Ha dichiarato che molti nella comunità imprenditoriale riconoscono che alcune regole fiscali internazionali non sono riuscite a tenere il passo con la globalizzazione, e che le regole dovevano essere sviluppate a livello multilaterale per sostenere gli scambi transfrontalieri sostenibili e gli investimenti.

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